In un momento poco redditizio per chi investe in obbligazioni societarie del mondo occidentale, volgere lo sguardo altrove potrebbe essere opportuno quanto meno per diversificare le fonti di entrata da reddito fisso.
Bond: diversificare per vincere sfida premio al rischio
Il premio per il rischio riconosciuto all’investitore dalle obbligazioni corporate e high yield europee e americane risulta oggi particolarmente compresso. I corporate investment grade americani non pagano più di 100 punti base oltre il rendimento offerto da un governativo. I junk bond non arrivano a 300 punti base di spread.
Diventa perciò necessario volgere lo sguardo altrove e il mondo emergente può essere uno dei naturali destinatari di questa strategia di diversificazione del reddito fisso. Sono ancora pochi gli ETF che investono nel credito emergente ed in questo articolo voglio approfondire il tema.
iShares per una soluzione liquida e capitalizzata
Tre gli ETF quotati in Italia è come sempre iShares ad offrire lo strumento più liquido e capitalizzato. Il fondo è l'iShares J.P. Morgan USD EM Corporate Bond (ISIN IE00B6TLBW47), strumento che replica i titoli obbligazionari societari dei paesi emergenti con qualsiasi scadenza, denominati in dollaro statunitensi e con un rating misto tra investment grade e high yield. Non c’è quindi copertura valutaria e l’ETF è a distribuzione semestrale del dividendo.
La replica fisica e il costo annuo dello 0,5% completano le informazioni essenziali. L’attuale portafoglio presenta una duration effettiva di 5 con un rendimento a scadenza del 3,7%. Cina che occupa la prima posizione per area geografica (8%) seguita da Brasile, Messico, Russia, Hong Kong e Emirati Arabi con il 5% di peso sul totale. Come detto al momento non esistono limitazioni di rating per l’ingresso nel paniere.
Le alternative all'ETF iShares tra ESG e bond in dollari USA
Altro ETF in concorrenza con quello di iShares è l’L&G ESG Emerging Markets Corporate che appunto si differenzia per l’etichetta ESG. Anche qui non ci sono limitazioni di rating, cambia un po’ la geografia (Messico al primo posto con il 10% seguito da Brasile e Hong Kong), ma praticamente identici i dati di duration e rendimento a scadenza. Cambio aperto e 0,35% di spese correnti annue per questo ETF appena lanciato sul mercato ma con quasi 500 milioni di euro di masse raccolte.
Ultimo ETF che completa la triade di bond societari emergenti quello di VanEck Emerging Market High Yield Bond. Prodotto già sul mercato da tempo ma che stranamente finora ha raccolto molto poco in termini di capitalizzazione. L’indice sottostante è l’ICE BofAML Diversified High Yield US Emerging Markets Corporate Plus che replica un paniere di obbligazioni denominate in dollari statunitensi emesse da emittenti dei mercati emergenti non-sovranazionali aventi rating inferiore all'investment grade.
Il costo è competitivo per questa tipologia di emissioni (0,40% annuo), le cedole vengono reinvestite e la replica è fisica. Rischio cambio aperto sempre in dollari USA con una duration di 4 e rendimento a scadenza del 5,7%. Torna ad essere la Cina protagonista con il 13% di peso seguita da Brasile (10%), Turchia (8%), India e Messico (6%). Il settore più rappresentato è quello finanziario con il 40%.
ETF: per i big corporate bond emergenti la prossima frontiera
Con questo ETF viene messo l’ultimo tassello per chi è alla ricerca di un investimento diversificato in bond corporate emergenti a cambio aperto. Sono comunque abbastanza sicuro che nei prossimi il mercato sarà inondato di novità in tal senso. Se dovessi fare una scommessa credo che i bond corporate cinesi potrebbero essere la prossima frontiera che esploreranno i big del mondo ETF.