C’è un grafico che comincia a far perdere qualche ora di sonno agli investitori che negli ultimi mesi hanno continuato a comprare fondi o ETF che investono in High Yield bond. Il grafico è quello di uno degli ETF più capitalizzati al mondo su questo comparto obbligazionario e il suo andamento recente lancia qualche alert per chi è investito.
Prima di arrivare all’analisi grafica mi sembra giusto ricapitolare la situazione attuale delle obbligazioni spazzatura americane. Beneficiarie nette di una liquidità presente sul mercato in una misura senza precedenti, con spread compressi ai minimi storici, le obbligazioni cosiddette junk sono entrate nei portafogli della maggior parte degli orfani da titolo di Stato.
Con i rendimenti a zero o in alcuni casi sottozero anche sulle obbligazioni societarie con merito di credito investment grade, la ricerca di “yield” ha spinto molto denaro verso carta di bassa qualità. Probabilmente distorcendo il classico concetto di rapporto tra rischio e rendimento.
Attualmente un paniere di obbligazioni high yield americane offre un rendimento lordo di poco superiore al 4%. Valore che va confrontato con un indice Global Aggregate di titoli di Stato e obbligazioni societarie di alta qualità in grado oggi di offrire un rendimento attorno all'1%.
Lo spread di circa 300 punti base è sufficiente per compensare il rischio fallimento di alcuni degli emittenti compresi dentro l’ETF di iShares che investe in titoli americani? La domanda è legittima quanto complessa, ma tra gli effetti delle generose politiche delle banche centrali ci sono anche questi.
In Italia i risparmiatori retail avere due versioni dell'ETF iShares US High Yield Bond: una a cambio aperta (ISIN IE00B4PY7Y77) e una in versione Eur hedged (ISIN IE00BF3N7102). Un rendimento del 9% nell’ultimo anno con una volatilità estremamente compressa al 5,8% hanno fornito certamente finora un eccellente ritorno dell’investimento.
Se però torniamo al nostro grafico, notiamo come la down trend line di lungo periodo è stata prima violata al rialzo. Ora però il mercato sta pericolosamente ritornando sui suoi passi con tanto di break ribassista della trend line rialzista dell’ultimo anno.
Inutile dire che un rientro al di sotto della linea di tendenza di lungo periodo sarebbe fatale, con un allargamento degli spread (e quindi calo dei prezzi) che colpirebbe trasversalmente il settore dei junk bond americani. Rischio non ancora concretizzato. Ma è proprio ora che è opportuno fare un check accurato del proprio portafoglio e capire quanto il fattore di rischio credito junk pesa all’interno dello stesso. Se eccessivo allora meglio valutari qualche aggiustamento di allocation