L'era del Covid-19 ha accelerato delle dinamiche che già stavano cambiando, seppur molto lentamente, certe modalità di lavoro o studio. Il caso dell'educazione è clamoroso. Con l'avvento delle lezioni a distanza i contenuti digitali sono esplosi e le opportunità future di business sembrano enormi.
A Piazza Affari la società Rize ETF quota due veicoli tematici molto interessanti ma soprattutto originali. Dopo il primo sbarco avvenuto a febbraio con un ETF a tema cybersecurity, Rize ha proposto un ETF su Sustainable Food e uno su Education Tech & Digital Learning.
ETF Education Tech & Digital Learning: pregi e difetti
Proprio su questa particolarissima nicchia di mercato ad elevato tasso di crescita legata al mondo dell'education mi concentrerò oggi, per capire pregi e difetti di questo ETF. Tra i famosi obiettivi globali ESG fissati dall’Onu c’è infatti anche quello dell’istruzione: al numero 4 abbiamo infatti “garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti”. Prevedibile quindi come il business dell’educazione tenderà sempre più a svilupparsi.
Questo ETF Education Tech & Digital Learning che mira a replicare l’omonimo indice Foxberry HolonIQ. Come descritto nel KIID, l’indice sottostante è stato progettato per fornire un'esposizione alle aziende globali quotate in Borsa che stanno sviluppando e utilizzando tecnologie digitali e di apprendimento permanente, come l'apprendimento personalizzato e adattivo, aule elettroniche, OER, video e gamification, realtà virtuale e aumentata, moduli interattivi e tecnologie di immersione per ridefinire il modo in cui l'istruzione è accessibile, dotata di risorse e consumata in tutto il mondo per fornire risultati positivi per l'individuo e la società.
Solo le aziende che traggono una parte significativa delle loro entrate o dei loro profitti operativi dai suddetti segmenti sono ammissibili all'inclusione. La replica dell’indice è fisica con spese correnti nell’ordine dello 0,45% annuo.
L’ETF ha un’esposizione geografica prevalente su Stati Uniti (52%) e Cina (32%). Praticamente assente l’Europa. Il portafoglio è abbastanza concentrato, con i primi 10 titoli che costituiscono oltre i due terzi dell’ETF. A livello di stile oltre il 50% del portafoglio è investito in mid cap, quasi il 30% in small cap ed il resto in large cap.
Quelle che costituiscono il paniere sono società fortemente innovative ed anche poco conosciute. Operano nel settore dell’educazione digitale che prevedibilmente dovrebbe guadagnare terreno anche nel mondo scolastico tradizionale.
Pur con le dovute cautele che devono essere prese per backtest di questo tipo, l’emittente mostra purtroppo solo con dati alla fine di luglio 2020 come l’indice negli ultimi 5 anni ha sovraperformato l’indice MSCI All Country World (+215% contro +40%) ed in effetti i multipli delle società non possono che essere considerati tipici di uno stile fortemente growth.
In sintesi un ETF innovativo, con poca concorrenza, certamente non “cheap” sia a livello di costo che di multipli delle società presenti in portafoglio, ma replicante di un settore dal futuro particolarmente radioso.