Quando consultiamo il sito istituzionale di un'istituzione finanziaria che gestisce fondi o ETF, ma anche prodotti assicurativi, ci troviamo di fronte ad una sezione documentale che contiene, oltre la scheda informativa con tutte le principali informazioni finanziarie del prodotto anche il cosiddetto KID/KIID.
Questo documento deve essere consegnato al cliente ogni volta che all’interno dell’attività di consulenza finanziaria viene proposto un investimento, ma troppo spesso la sua importanza viene sottostimata da clienti e consulenti.
Le informazioni contenute nel prospetto sono infatti essenziali secondo la normativa vigente per informare in modo chiaro e trasparente il cliente sulle caratteristiche dello strumento e dei relativi rischi. Ma perché ho parlato di KIID e KID e perché diverse società di gestione (ad esempio iShares nel mondo degli ETF) propongono nella loro sezione informativa la dicitura KIID/KID quasi fossero la stessa cosa?
KIID e KID: le differenze
Dobbiamo fare un passo indietro per spiegare questa anomalia. Il KIID (Key Investor Information Document) è un documento di 2 e 3 pagine sulle caratteristiche del fondo, dalla politica di gestione fino ai costi e agli obiettivi. A integrare queste informazioni il grado di rischiosità del prodotto e le performance passate oltre a varie informazioni di servizio.
Il KIID deve obbligatoriamente essere aggiornato dalle società in seguito a qualche variazione nelle informazioni in esso contenute. In ogni caso, la revisione deve essere effettuata 35 giorni dal 31 dicembre dell'anno precedente con le informazioni di rischio e rendimento.
Con la nuova normativa dei PRIIPs (Packaged Retail and Insurance based Investment Products) dei KID, il KIID avrebbe dovuto essere sostituito per l’appunto da tale documento. La disciplina prevede che, prima di effettuare un investimento, gli intermediari finanziari consegnino ai clienti un “documento informativo sintetico” (KID - Key Information Document), contenente le caratteristiche chiave del singolo strumento.
In realtà in ambito europeo si sono accumulati enormi ritardi in un processo di conversione che avrebbe già dovuto partire nel 2020. Un primo rinvio a fine 2021 ha permesso alle società di essere esentate qualora già fossero state in grado di presentare il KIID del prodotto. Ecco spiegato perché ancora sui siti delle principali case emittenti trovate KIID o, tradotto in italiano, informazioni chiave per gli investitori.
KID: le caratteristiche del documento
Le caratteristiche del KID devono continuare ad essere orientate alla semplicità, brevità e trasparenza in modo da assicurare al cliente un’adeguata informazione sull’investimento che sta per effettuare. La brevità rimane un punto fermo del documento che deve essere informativo, imparziale e non fuorviante. Ogni investitore deve essere in grado di leggerlo e comprenderlo senza l’aiuto di uno specialista.
Non possono essere inserite al suo interno informazioni di natura commerciale e la sua consegna non vincola nessun cliente all’acquisto del prodotto finanziario. Il KIID ancora oggi utilizzato dagli emittenti è suddiviso in cinque sezioni. Obiettivi e politica di investimento, profili di rischio e rendimento, spese, performance passata e informazioni pratiche utili soprattutto a individuare dati e contatti del produttore oltre che l’autorità di vigilanza che si occupa del prodotto.
KID: ecco come è diviso il documento
Nella sezione obiettivi e politica di investimento troviamo il cuore del prodotto, ovvero informazioni inerenti le attività sottostanti ma soprattutto a chi è rivolto il prodotto stesso. Nella sezione relativa al profilo di rischio/rendimento troviamo invece l’indicatore SRI, una barra grafica colorata divisa in 7 classi che effettua un’analisi del prodotto sulla base del rendimento offerto e dei vari rischi insiti nello stesso.
Più alto è il valore, più elevati saranno rendimenti ma anche rischi del prodotto, esplicitati in maniera semplice e descrittiva. Quello che manca ai KIID attuali e che invece ritroveremo nei KID in futuro è una sezione relativa a scenari di performance sulla base di vari scenari temporali. Queste informazioni saranno utili ai clienti per comprendere cosa potrebbe accadere al proprio investimento in diversi contesti di mercato.
La sezione dedicata ai costi mostra l’onerosità del prodotto sia in termini di spese una tantum che ricorrenti oltre alla presenza di eventuali operazioni (ad esempio, il prestito titoli) volte ad ottimizzare il costo del prodotto. La sezione performance passata sui KIID attuali rappresenta un mero confronto tra l’andamento del prodotto e quello di un benchmark di riferimento.
Tutto quello che serve ad un investitore è contenuto in questo documento di sintesi che negli anni è stato affinato e migliorato. Con l’avvento del KID ci sarà un ulteriore passo in avanti verso una disciplina più ordinata e tutelante per il cliente finale. Già ora comunque una buona parte di quello che serve è a disposizione di chiunque voglia essere ben informato sulle caratteristiche del proprio investimento.