L’industria del solare europeo è in crisi. È quanto emerge da un recente approfondimento del Financial Times. Il rischio di bancarotta di molte società europee attive nel settore sembra essere legato alla concorrenza cinese che, vendendo pannelli a basso costo in Europa (c.d. "dumping"), mette fuori gioco le aziende del Vecchio continente.
Industria solare, un settore in crisi
In una lettera inviata alla Commissione Europea, l’associazione dei produttori di energia solare avrebbe contestato il tentativo cinese di spingere in basso i prezzi dei pannelli solari per oltre il 25% del loro valore. Norwegian Crystals è una delle società che recentemente ha portato i libri in tribunale sospendendo la produzione fino alla fine dell’anno.
Il solare rappresenta uno dei cardini su cui poggia l’idea europea di generare energia rinnovabile per il 45% del totale entro il 2030. Il problema è che il costo della produzione in Europa è esploso a causa del rialzo dei prezzi energetici, addirittura raddoppiato in poco tempo. La Cina invece va nella direzione opposta. I tentativi di porre limiti e dazi all’import dei più convenienti materiali cinesi si sono spenti nel 2018 di fronte alle evidenze che i volumi in entrata erano insufficienti per raggiungere gli obiettivi di emissioni.
Ma ad essere colpiti duramente dalla concorrenza orientale sono anche i produttori di impianti eolici. Lo stesso vale per le ambizioni europee di recuperare terreno nella produzione di batterie elettriche, fortemente sussidiate in Cina ben oltre i reali bisogni interni. La spesa per impianti solari è aumentata secondo il FT da 6 miliardi nel 2016 a 25 miliardi nel 2022, anche grazie all’offerta cinese oltretutto concentrata in diversi componenti chiave per tutta la filiera produttiva. Un problema di non facile soluzione con l’Europa che forse troppo frettolosamente ha liquidato con normative green fortemente ambiziose.
È il momento di puntare sul solare in Borsa?
Ma come si sta muovendo il settore del solare in borsa. Abbiamo a disposizione qualche ETF che ci permette di dare una risposta. Invesco Solar Energy è l’ETF più capitalizzato in Europa seppure con un quota di capitale amministrato che supera appena i 50 milioni di euro. Replica totale dell'indice MAC Global Solar Energy con appena 44 società nel paniere.
Collocato nel 2021, questo ETF ha recentemente ritoccato i minimi con una dolorosa performance annuale del 40% che rende bene l’idea di quanto narrativa e realtà in finanza non parlino la stessa lingua.
ETF globale con circa il 40% di azioni americane seguita da Israele e Cina con circa il 10%; le prime 10 azioni di questo ETF occupano il 60% del totale del paniere. First Solar, Enphase e SolarEdge ai primi tre posti con percentuali comprese tra 10% e 8%. Ovviamente ETF sostenibile che applica filtri ESG, non è esclusivamente composto da società appartenenti ad un unico settore, ma è diversificato tra tecnologici (50%), industriali (25%) e utility (18%).
Il recente andamento grafico spiega le enormi difficoltà nell’essere redditizio di un settore chiave per l’intero processo di decarbonizzazione dell’economia europea.
Potrebbe anche rappresentare un’occasione di acquisto per i prossimi anni, anche considerando il “timing” del FT nel presentare la crisi di un settore che ha già pagato in termini di capitalizzazione di borsa un pesante dazio. Ma siamo alle ipotesi e nessuno potrebbe neppure escludere l’insignificanza dello stesso settore fra qualche anno a giudicare dai prezzi di borsa. Certamente un tema ultra speculativo allo stato attuale delle cose.