Uno degli aspetti più ricorrenti nei dialoghi che hanno per oggetto gli ETF è quello legato ai bassi costi di questi strumenti di replica passiva. Ma è veramente così? Prendendo spunto da un articolo di Interactive Investor sono andato alla ricerca di quegli strumenti che mascherandosi dietro una sigla potrebbero sembrare una buona scelta di investimento, ma in realtà si rivelano molto costosi.
Grazie al solito prezioso motore di ricerca di justETF.com ho fatto una selezione molto semplice. Tutti gli ETF quotati senza filtri (quindi azionari, obbligazionari, commodities, eccetera) quotati sul mercato italiano poi ordinati per TER % annuo in via decrescente. L’asticella limite oltre la quale non ritenevo tollerabile andare è stata lo 0,8% di spese correnti annue, un valore che mi pare decisamente eccessivo per un ETF.
ETF: ecco i più costosi
Una prima considerazione che viene spontanea è che solo 2 strumenti su 9 sono a replica totale ai quali ne potremmo aggiungere 1 a campionamento ottimizzato. I restanti 6 sono a replica sintetica. La seconda considerazione è legata alla scarsa capitalizzazione raggiunta da questi ETF.
Solo 1 (L&G ROBO Global Robotics) supera il milione di euro ed un altro (Lyxor MSCI India) oltrepassa il mezzo milione di euro di Asset Under Management. 3 ETF hanno valori inferiori ai 100 milioni di euro esponendoli ad un rischio di delisting molto alto considerando la nicchia di mercato nel quale operano.
Terza considerazione è relativa all’indice replicato. Sono tutte nicchie di mercato o aree geografiche particolari. Curioso notare come sono ben tre gli ETF che replicano la Borsa indiana ad essere presenti in questa classifica particolare dei prodotti più costosi.
Al primo posto come ETF con più costi di quelli quotati in Italia ne troviamo uno con una storia di tutto rispetto essendo nato nel 2008. Stiamo parlando di Xtrackers Select Frontier che punta mercati emergenti di frontiera al costo di ben 0,95% annuo. Essendo a replica sintetica con sole 40 azioni nel paniere, questo strumento anticipa un po' tutto quello che troviamo scendendo nella classifica. Investire negli emergenti è estremamente costoso.
Gli ETF che seguono con costi che vanno da 0,88% a 0,85% investono in Cina, mercati emergenti settore internet, India, Africa e Vietnam. Unico settoriale che investe in azioni globali l’ETF che L&G Global Robotics Automation. Naturalmente questa analisi è incompleta visto che non tiene conto del tracking difference, ovvero di quanto l’ETF è capace di replicare il benchmark.
Posso però dire che la maggior parte di essi è ben distante dalla performance dell’indice sottostante ed il motivo principale si chiama costo di gestione, ma non solo. Gli elevati oneri di transazione che vengono sostenuti dal gestore che opera su questi mercati, oltre agli ampi spread denaro lettera, rappresentano inefficienze di cui tenere conto quando si fanno scelte così mirate.