Per monitorare il sentiment dei propri clienti i broker americani sono soliti condurre dei sondaggi per capire quali potrebbero essere le tendenze del futuro. In un settore in forte crescita come quello degli ETF le conferme e le sorprese non sono mancate nell'indagine condotta da Charles Schwab qualche settimana fa.
Nel suo 2020 ETF Investor Study, uno dei più importanti intermediari statunitensi ha capito che nonostante il comparto sia prossimo ai 6.000 miliardi di dollari di masse amministrate ci sono ancora tanti margini di crescita. Se è vero che il 94% dei 1.500 intervistati già possessori di ETF ha intenzione di acquistarne ancora nei prossimi 2 anni, il 45% dei 1.000 con depositi privi di ETF si sono mostrati propensi a farlo.
Tra le ragioni citate come motivazione principale della scelta è prevalsa l’opportunità di diversificare il portafoglio investito (per il 60%), la facilità di fare trading sul mercato (il 49%) e i bassi costi (il 34%). Molto diffuso il fai da te ma soprattutto una certa sicurezza nelle proprie capacità di selezionare questi strumenti.
Il 41% si considera infatti in grado di selezionare lo strumento giusto per raggiungere gli obiettivi (era il 18% 5 anni fa) mentre coloro che non si considerano in grado di portare avanti questa attività sono passati dal 24% di un lustro fa al 6% di oggi.
Naturalmente i giovani investitori sono i maggiori utilizzatori di questi strumenti. Facendo una proiezione al 2025, i millennial stimano di far arrivare al 43% dei propri asset finanziari il totale degli ETF in portafoglio contro il 29% stimato dai baby boomer.
ETF: il futuro arriva dalla gesitione attiva?
La vera sorpresa arriva però da quelli che al momento sono solo una nicchia di mercato a quanto pare destinata ad esplodere. Stiamo parlando degli ETF gestiti attivamente che attualmente rappresentano solo il 3,5% dei 5.900 miliardi di dollari del totale quotato negli Stati Uniti. Eppure risultano la scelta più popolare di investimento nel prossimo futuro per il 79% degli intervistati.
ARK di Catherine Wood sotto questo punto di vista sta tracciando la strada con i flagship della sua gamma, Innovation e Industrial Innovation. È evidente che la volontà dell’investitore di cercare la fuga rispetto al noioso benchmark di mercato affidandosi alle qualità di un gestore sta avendo la meglio. Questi ETF a gestione attiva risultano preferiti anche ai più consolidati e datati smart beta che sembrano aver perso un po’ di smalto negli ultimi tempi.
Prepariamoci quindi allo sbarco in borsa di questi ETF attivi nei prossimi mesi. Come sempre chi prima riuscirà ad arrivare si garantirà quelle masse che renderanno sostenibile in termini di gestione operativa lo strumento. Attenzione però alle mode e soprattutto a non confondere la replica di un indice o di una strategia con una delega un po' troppo ampia di operatività con sottostanti strumenti a basso costo. Risultati e soprattutto volatilità non saranno gli stessi.