Mentre Invesco annuncia la sua volontà di entrare nel mondo degli ETF su criptovalute tramite una partnership con Galaxy Digital Holdings al fine di produrre e gestire uno strumento indicizzato alle performance di Bitcoin e altre criptovalute (ovviamente se e solo se la SEC approverà questa richiesta di autorizzazione), un altro prodotto a replica passiva mostra una prospettiva interessante su quello che potrebbe succedere.
Investire nella blockchain con gli ETF: ecco un possibile punto di ingresso
Sto parlando dell’ETF Invesco Elwood Global Blockchain (ISIN IE00BGBN6P67) che si muove in sintonia con l’andamento della prima criptovaluta per capitalizzazione: il picco di prezzo è arrivato ad aprile prima del ribasso. Questo strumento ha toccato gli oltre 1,2 miliardi di dollari di masse gestite in corrispondenza dei massimi, poi il calo delle quotazioni ha riportato tale valore (lina rossa) a quota 1 miliardo.
Per chi cercava un punto di ingresso più favorevole, l’area di prezzo (linea nera) compresa tra 86 e 90 che sta per essere testata va monitorata con attenzione. Da queste parti passa infatti la linea di tendenza che unisce i minimi di marzo 2020 e novembre 2020. Sempre qui i prezzi negli ultimi mesi hanno trovato un solido supporto.
ETF su blockchain: le differenze tra i due principali strumenti di investimento
Questo comparto è praticamente unico nel panorama italiano con la sola eccezione di un altro prodotto, questa volta di First Trust (ISIN IE00BGBN6P67), che investe come dice il suo nome Innovative Transaction & Process sempre nel settore della blockchain e correlati. Vediamo le differenze principali con l’ETF Invesco Elwood Global Blockchain.
Identici nei costi (0,65%), diversi nella performance: l’ETF di Invesco che ha raccolto un rendimento doppio negli ultimi 12 mesi. A livello di esposizione geografica gli USA pesano per il 30% per entrambi i prodotti. Mentre Invesco al secondo e terzo posto per peso ha Giappone e Canada (24% e 14%), First Trust ha una esposizione verso il mondo emergente più consistente spiegando già così la sottoperformance dell’ultimo anno.
Cina al 10% e India al 8% rappresentano infatti il secondo e terzo Paese per ponderazione. A livello settoriale informatica e finanziari occupano le prime due posizioni per peso nell’ETF di First Trust con il 36% e 34% rispettivamente. L'altro prodotto spinge ancora di più sulla tecnologia con il 48% di informatica rispetto al 30% di finanziari. Anche qui la corsa dirompente delle azioni growth spiega la forza relativa dello strumento di Invesco.
Completamente diverse anche le top holding dei due prodotti. Hive Blockchain, Coinbase, GMO, Taiwan Semiconductor ai primi posti dell’ETF di Invesco. Samsung, Mitsubishi, Tata e Gazprom ai primi posti dell’ETF di First Trust che persegue una finalità di investimento diversa.
Come indicato nella scheda infatti l’ETF Fist Trust investe in “un universo globale di società che utilizzando attivamente, o investono in, o sviluppano e/o detengono prodotti che traggono i maggiori benefici dalla tecnologia blockchain”. Diverso l’orientamento di Invesco che replica la performance delle società globali che partecipano all’ecosistema delle blockchain.
Si tratta di società che svolgono attività” legate alle blockchain, come “mining” di criptovalute (ovvero il processo di produzione delle criptovalute), nonché a servizi finanziari, sistemi di pagamento, soluzioni tecnologiche e altri ambiti legati alle blockchain”.
In conclusione possiamo dire che i due ETF sembrano completarsi a vicenda non essendo sovrapponibili per performance e volatilità. Invesco meglio nelle fasi bullish di Bitcoin, First Trust meglio nelle fasi bearish o laterali. Non a caso da inizio aprile, top della valuta virtuale, First Trust ha fatto meglio di Invesco di oltre il 20% (dati al 27 settembre 2021).