Inutile negarlo. In queste settimane l’inflazione è una delle variabili che più preoccupa investitori professionali e non. Il persistere di attese di mercato nei Paesi sviluppati (ma non solo) a livelli che non si vedevano da anni, unito all'apparente non volontà delle banche centrali di contrastare il fenomeno, bastano per far scattare qualche alert.
Gestire l'inflazione con obbligazioni inflazion linked
In una situazione di incertezza, ma anche in un piano di investimento di lungo periodo, la variabile inflazione deve essere non prevista (perché è impossibile) ma gestita. Uno degli strumenti migliori per fare questo sono le obbligazioni indicizzate all’inflazione stessa. TIPS in America, BTP Italia e BTPi (i titoli di Stato italiani agganciati all'inflazione) sono esempi di come ogni investitore può attivare le opportune coperture finanziarie contro la perdita del potere d’acquisto del denaro.
Un altro Paese molto prolifico in termini di emissioni indicizzate all’inflazione è la Gran Bretagna. A tal riguardo, una novità per il mercato italiano è stata la recente quotazione di un ETF di iShares il cui scopo è proprio quello di investire in Gilts, ovvero titoli di stato inglesi indicizzati all’inflazione UK.
ETF naturalmente storico per per l’investitore britannico ora ma nuovo per quello italiano, ora capace di investire in titoli di stato denominati in sterline con la protezione dall'inflazione. L'iShares ETF Index Linked Gilts (ISIN IE00B1FZSD53) ha un TER di 0,1%, quindi veramente conveniente, con distribuzione semestrale di dividendi.
Caratteristiche, punti di forza e di debolezza dell'ETF di iShares
Rappresenta, questo è bene dirlo, uno dei prodotti a più lunga duration presenti nel panorama degli ETF obbligazionari quotati in Italia. Il factsheet di iShares indica infatti una duration effettiva di 21 e questo espone lo strumento alle oscillazioni del mercato obbligazionario inglese in maniera notevole. Nonostante il rialzo nelle aspettative di inflazione inglese salite dal 2,9% di fine 2020 al 3,3% di oggi, la caduta dei prezzi subita dal Gilt decennale a tasso nominale ha penalizzato gli strumenti inflation linked inglesi.
Il Gilt decennale offriva infatti un rendimento dello 0,25% a fine 2020, siamo arrivati a 0,75%. Il rendimento reale di una obbligazione decennale inglese attualmente è pari a -2,5%, oltre mezzo punto sopra il -3,1% di dicembre Metriche che rendono necessari per i prossimi anni tassi di inflazione strutturalmente sopra al 3% per rendere profittevole l’investimento ed anche questa è una precauzione della quale tenere conto oltre naturalmente al rischio valutario.
L’offerta di iShares aggiunge quindi ai TIPS americani e ai tradizionali inflation linked della zona euro uno strumento che permette agli investitori di creare un paniere di strumenti indicizzati all’inflazione. Non considerando la svalutazione della valuta, l’ETF in sterline ha reso negli ultimi 10 anni il 7,1% annuo composto con una tracking difference rispetto all’indice sottostante di 21 punti base all’anno. Il grafico mostra la crescita degli ultimi 3 anni partendo da 10 mila sterline. In questo caso il rendimento annuo è stato del 3,2%.
Importante sottolineare anche il dato di volatilità annua, superiore al 10% nell’ultimo triennio. Strumento quindi rischioso per alcune componenti come quella valutaria e di duration, ma utilissimo a chi vuole costruire un paniere di ETF a basso costo indicizzati all’inflazione per un investimento di lungo periodo.