I venti di guerra che soffiano a Est dell’Europa, ma anche in Oriente dove la Cina ambisce al dominio soprattutto marino dell’area, non possono che sollecitare la fantasia degli esperti di marketing finanziario e puntualmente VanEck quota anche sul mercato italiano un ETF dal nome inequivocabile, Defence.
Il VanEck Defense replica l'indice MarketVector Global Defense Industry, ovvero la performance di aziende internazionali operanti nell'industria militare o della difesa. Le azioni che compongono l’indice attualmente devono dimostrare di ottenere ricavi dal settore sopra citato per almeno il 25% del fatturato, mentre i nuovi ingressi dovranno avere un’asticella più alta di fatturato pari al 50%.
ETF Defence in dettaglio
ETF a replica fisica globale (può investire fino al 20% del patrimonio in azioni emergenti), da KID emerge un costo complessivo dello strumento di 0,7% compresi costi di transazione (informazione oggi accessibile agli investitori con i nuovi KID).
ETF nato a gennaio 2023, quindi con masse amministrate ancora modeste, si compone di poco più di 30 società quotate con il peso dominante delle azioni americane (55%), seguite da Francia (21%) e poi con percentuali geografiche inferiori al 4% Italia, Corea del Sud e UK.
Le prime 10 azioni rappresentano il 60% del paniere dei titoli investiti con le prime cinque azioni (Thaler, Safran, Booz Allen, Leidos e Palantir) che coprono il 35% del totale.
Andando a fare una visita al sito del provider di indici possiamo vedere il comportamento di questo particolare tema di investimento dal 31.12.2020 a metà giugno 2023. Il ritorno total return è stato del 23% (l’indice è espresso in dollari).
Come sta andando la versione a stelle e strisce
ETF azionario unico nel suo genere almeno in Europa, il settore della difesa è da tempo acquistabile dagli investitori americani. Uno degli ETF più capitalizzati sul tema è iShares Aerospace & Defence che però negli ultimi 5 anni, dove non si può certamente dire che l’industria ha lavorato a basso regime, rispetto allo S&P500 ha accumulato un ritardo notevole. Alla performance del +57% della borsa americana (al 26 giugno 2023) si è contrapposto un +25% dell’ETF settoriale.
Naturalmente nell’immaginario collettivo i tempi di guerra che secondo alcuni potrebbero coinvolgere le grandi potenze occidentali e orientali dovrebbero dare una spinta al settore militare.
Le valutazioni non appaiono comunque né care né a sconto (il rapporto prezzo utile dell’ETF è attorno a 20 con un rapporto prezzo valore di libro di 3) e non sempre sui mercati azionari al “calore” del tema corrisponde la redditività dell’investimento.
L’ETF risulta in media con i costi dei tematici e affetto dal solito problema di concentrazione su pochi titoli. Per ora l’unica opportunità comunque per chi vuole presidiare il settore bellico evitando il rischio di investire in singole azioni con il fai da te.