Una delle caratteristiche peculiari che ha accompagnato i mercati azionari negli ultimi anni è stato lo strapotere dello stile "growth" rispetto al "Value".
Se prendiamo in considerazione, ad esempio, l’ETF iShares Msci Core World e lo mettiamo a confronto con un altro ETF di iShares, questa volta il Msci World Value Factor, scopriamo che il divario è clamoroso a distanza di 1, 3 e 5 anni. In un lustro il Value globale ha perso per strada qualcosa come oltre 35 punti percentuali rispetto al +80% dell’azionario tradizionale.
Ma c’è una parte del mondo dove il presunto premio per il rischio offerto da un investimento su azioni Value, ovvero quelle azioni con indicatori di bilancio come il rapporto prezzo utili oppure prezzo valore di libro particolarmente bassi, ha effettivamente preso corpo. Sto parlando dei mercati emergenti.
ETF mercati emergenti: dove il Value rende di più
Se mettiamo a confronto l’ETF iShares Core Emerging Market con l’equivalente Msci EM Value Factor scopriamo che quest’ultimo in 5 anni ha raccolto una performance allineata a quella di un ETF Value globale, ma soprattutto superiore del 20% rispetto ad un tradizionale ETF che investe su tutte le azioni emergenti senza filtri di stile.
iShares Edge MSCI EM Value Factor può vantare oggi masse amministrate per oltre 300 milioni di euro ed una composizione settoriale dove finanza e tecnologia si dividono il primato (entrambi con il 21% di peso), mentre a livello geografico scompare l’India dai primi posti con la Cina dominatrice assoluta con quasi il 30% di peso sul totale seguita da Taiwan, Corea del Sud e India, ma solo al 10%.
Nell’ETF emergente tradizionale il peso dell’India è più del doppio con la Corea del Sud che invece si prende una fetta un po' più piccola della torta.
Ma quello che cambia sono soprattutto le valutazioni. Sfruttando le schede di iShares vediamo infatti che il rapporto prezzo utili dell’ETF Value emergente è di appena 8 con un rapporto price / book Value sotto all’unità. Un classico ETF emerging market senza filtri di stile ha indicatori di valutazione doppi, rispettivamente 16 di prezzo utile e 1,9 di prezzo valore di libro.
Una sottovalutazione che il mercato ha apprezzato rendendo l’andamento di questi ETF lineare con quello che prescriverebbe la celebre teoria dei tre fattori di Fama e Franch.
Non sappiamo se nei prossimi anni questa tendenza favorevole al Value proseguirà, ma visto l’andamento positivo anche di un altro celebre segmento fattoriale come le Small Cap, sembra proprio che le teorie classiche sulle quali si sono costruite asset allocation negli ultimi decenni stanno decisamente funzionando nei Paesi emergenti.
L’ETF di Spdr Msci Emerging Small Cap, ad esempio, a 5 anni sta infatti realizzando una performance ancora più importante e che oggi supera il 50%. La triade mercato generalisti, Value e Small Cap nel mondo emergente sembra essere la soluzione di asset allocation più convincente.