Rappresentano due settori difensivi per eccellenza in quanto generatori di flussi di cassa importanti e costanti che nei momenti di difficoltà dei mercati, come quello visto ad aprile post annuncio della nuova politica commerciale dell’amministrazione Trump. Sto parlando dei settori Utilities e Telecom sui quali mi concentro oggi per capire se e quale ruolo difensivo hanno avuto negli ultimi tempi.
Purtroppo, il settore Telecom a livello globale non è rappresentato da singoli ETF che prendendo a prestito il nome Telecommunications confonde i colossi del web e dei media con quelli possessori delle grandi infrastrutture di Telecomunicazioni.
Quindi virerò sul mercato europeo dove disponiamo di tutti gli strumenti per confrontare l’andamento di Utilities e Telecom con il mercato generalista Msci Europe.
ETF Utilities e Telecom: le performance
I due ETF che ho scelto per il confronto sono SPDR Msci Europe Utilities e Invesco European Telecom Sector.
Cominciamo con le performance da inizio anno. L’azionario mondiale ha perso finora il 4%, quello europeo ha guadagnato il 9%, il settore Telecom il 13%, quello Utilities ha guadagnato il 21%. Missione compiuta. E nell’ultimo anno?
Negli ultimi 12 mesi la preferenza per settori difensivi si è accentuata. L’azionario europeo ha guadagnato il 9%, quello globale il 6%, il settore Utilities il 24%, quello Telecom il 28%. Numeri che invece sono invertiti a distanza di 5 anni confermando la dinamica recente che si è sviluppata di un certo favore degli investitori verso i settori più difensivi. Se infatti l’azionario europeo ha guadagnato il 78%, quello Utilities il 63%, quello Telecom il 40%.
Fatte queste considerazioni, oltretutto condite da una minore volatilità dei due settori, quello che vale la pensa sempre di sottolineare è l’aspetto forse più criticabile di questi stessi ETF, ovvero la forte concentrazione tra pochi player importanti.
L’ETF di Invesco che investe nel settore Telecom infatti si concentra in pochissime società tra cui Deutsche Telekom che da sola si prende il 20% del portafoglio, seguita per complessivi altri 35 punti percentuali da Nokia, Orange, Ericsson e Vodafone. Un drappello di pochi noti insomma.
Struttura simile la troviamo nell’ETF che investe nel settore Utilities che investe in una ventina di società con le prime tre, Iberdrola, Nat Grid ed Enel che cubano quasi il 50% di un portafoglio dove le prime 10 occupano l’80% del totale.
Graficamente non sembrano esserci grandi dubbi che per ambo i settori (e per motivi diversi) questa tendenza potrebbe proseguire.
Per le Utilities (qui rappresentato con linea rossa l'indice Eurostoxx) la fresca rottura rialzista di una lunga fase di congestione sotto i massimi pre Covid apre scenari positivi.

Per le Telecom (settore Eurostoxx linea nera) il doppio minimo realizzato ancora a grande distanza dai massimi di 10 anni fa sembra un buon viatico per ulteriori rialzi nei prezzi futuri. Ovviamente la parola finale spetterà al mercato.
