La febbre da dividendo non si spegne mai e per chi cerca soluzioni finanziare ideali per vivere di rendita con i propri risparmi, oppure semplicemente per disporre di una fonte di reddito periodica di una certa consistenza, gli ETF ad alto dividendo sono da sempre gli strumenti ideali per far affluire sul proprio conto corrente somme di denaro periodiche senza dover ricorrere alla pratica (non sempre gradita) di vendere quote del fondo ogni tot mesi.
Psicologicamente un fattore positivo quello della distribuzione periodica, ma non sempre un elemento di efficienza finanziaria come scopriremo tra poco.
Global X ha lanciato di recente una serie di nuovi ETF contraddistinti dalla sigla Super Dividend che investono nelle azioni europee e inglesi ad alto dividendo. Questi ETF si vanno ad affiancare al Global X Super Dividend quotato sul mercato europeo già 2022 in modalità replica fisica.
Nonostante il costo di gestione non modestissimo per un ETF azionario globale (0,5% ma attenzione ai costi di negoziazione che erodono un altro 0,7% annuo), il Super Dividend supera oggi i 400 milioni di euro di masse amministrate e conferma il gradimento degli investitori per questo tipo di prodotti con la distribuzione mensile che va esattamente nella direzione di chi vuole trasformare l’investimento in una vera e propria rendita privata.
L’ETF di Global X, come indicato nel KID, replica l’indice Solactive Global Super Dividend. L’Indice tiene conto della performance di 100 società equamente ponderate che si collocano tra i titoli azionari con il più alto rendimento da dividendo al mondo, compresi i paesi dei mercati emergenti.
E andando sulla scheda dell’emittente il tasso percentuale di distribuzione farebbe saltare dalla sedia qualsiasi investitore, visto che sfiora il 10% solo nell’ultimo anno. Chi non sognerebbe una rendita annua di questa misura? Altro che regola del 4%.
ETF Super Dividend: non è tutto ora quello che luccica
L’ETF è molto diversificato geograficamente con gli Stati Uniti che coprono appena un quarto del portafoglio seguito da Hong Kong con il 15% e poi due Paesi tradizionalmente ricchi quanto a dividendi, ovvero Brasile e UK con un peso del 10% circa.
Ovviamente dominanti in ETF di questo tipo sono i settori value come i finanziari (30%) e dell’energia (23%). Ma importanti anche i pesi di immobiliare e minerari con pesi di oltre il 10% a testa.
Rapporto prezzo utile inferiore a 8 e rapporto prezzo valore di libro inferiore a 1 completano questo idilliaco investimento da 10% all’anno di dividendi.
Ma, come detto, c’è un altro lato della medaglia e il confronto con un ETF azionario globale ce lo mostra in tutta la sua brutale evidenza.
Se nell’ultimo anno la performance dei due ETF è simile, a distanza di 3 anni la performance del Global Super Dividend total return (quindi rendimento di prezzo + dividendi) è di appena il 7% contro il +43% delle Borse mondiali. Questo significa che al netto dei dividendi le azioni che compongono il Super Dividend nel loro complesso non sono cresciute di valore. Dividendi esclusi l’ETF avrebbe fatto registrare una performance negativa del 25%.
Una lezione importante per tutti coloro che si fanno ammaliare troppo spesso da ricche cedole e dividendi. La qualità del sottostante conta e non sempre pescare dal mazzo chi promette di mettere fin da subito e periodicamente tanti soldi sul nostro conto corrente si rivela essere la scelta finanziariamente migliore. Questo confronto ce lo ha dimostrato.