Il settore globale dei semiconduttori ha trovato paradossalmente proprio nel Liberation Day di Trump ad aprile 2025 il trigger per ricominciare a crescere. Dalla metà del 2024, il settore ha vissuto due momenti particolarmente complicati culminati con un minimo ad inizio aprile, in corrispondenza dell’annuncio di Trump circa l’avvio di una guerra commerciale con molti Paesi, tra cui anche quelli produttori di chip come Taiwan e Corea del Sud.
Ma proprio da quel momento per le aziende del settore è cominciata una cavalcata prodigiosa e senza grandi interruzioni. E lo stesso è accaduto per uno dei paesi leader nella produzione di semiconduttori come la Corea del Sud come si può apprezzare da analogo comportamento dell’indice Msci Korea.

Negli ultimi 3 mesi, il periodo che intercorre dalla sospensione dei dazi, i due ETF di iShares Global Semiconductors e Msci Korea hanno recuperato oltre il 30%. Il bilancio ad un anno è ancora negativo, mentre a distanza di 3 anni i semiconduttori mantengono una performance stellare del 85% mentre la borsa coreana è ancora inchiodata ai valori del 2022.
Se la volatilità dei due ETF non scherza (mediamente del 30%), graficamente si scorgono all’orizzonte delle resistenze oltre le quali la questione si farebbe decisamente interessante sia per i semiconduttori globali che per il listino di Seul.
ETF Semiconduttori: resilienza in primo piano
L’ETF che replica l'indice MSCI ACWI IMI Semiconductors & Semiconductor Equipment ESG Screened Select Capped replica aziende a grande, media e bassa capitalizzazione tra 23 mercati sviluppati e 24 mercati emergenti che sono attive nell'industria dei semiconduttori (con filtro di selezione ESG) e investe in quasi 250 società per quasi il 60% americane. Taiwan occupa il 15% e il 10% spetta ai Paesi Bassi, ovviamente con TSM e Amsl a occupare l’intera fetta della torta regionale.
I nuovi massimi di Nvidia che occupa l’8% del portafoglio, ma anche il buon andamento di Broadcom, Qualcomm e Texas Instruments (nei primi 5 titoli) stanno permettendo all’ETF di recuperare velocemente un terreno che solo l’effetto cambio dollaro ha impedito essere di formale ritorno sui massimi.
Le metriche di valutazione dell’indice dei semiconduttori ci dicono 31 di prezzo utile e quasi 5 di prezzo valore contabile, numeri cari ma non da bolla speculativa.
Una ripresa eccezionale quella del settore dei semiconduttori che dimostra resilienza e capacità di navigare per ora in acque tumultuose come quelle della trade war. Saranno le aziende leader a dover confermare con le prossime trimestrali numeri capaci di attirare gli investitori. Certamente per ora chi pronosticava lo scoppio della bolla dei chip è stato smentito.