Nel corso degli ultimi anni, il mondo degli ETF è stato caratterizzato da una compressione sempre più forte dei costi che gravano sull’investitore. Le commissioni di gestione e in generale le spese correnti di uno strumento, hanno puntato con decisione sempre più verso il basso sfiorando ormai lo zero come onere addebitato sul NAV.
Il sito ETF.com ha sviluppato un’interessante analisi per capire quali sono i prodotti americani che stanno oggi incassando i maggiori ricavi commissionali. Pur non essendo una metrica in grado di fornire un’idea degli utili netti derivanti dalla gestione di un ETF, moltiplicando le masse amministrate per la commissione di gestione (il TER) otteniamo un dato piuttosto affidabile di quali sono gli strumenti più redditizi.
ETF: ecco quali sono gli strumenti più redditizi
Il gigante SPY (SPDR S&P500) non è al primo posto: questa è già una notizia. Colpito negli ultimi 5 anni da una costante compressione nei costi (oggi le spese correnti annue sono dello 0,09%), per fronteggiare la concorrenza di ETF ancora più convenienti come Vanguard S&P500 e iShares Core S&P500, l'emittente si colloca al secondo posto del ranking con 386 milioni di dollari di ricavi.
Al primo posto troviamo un altro ETF storico come Invesco QQQ Trust specializzato in azioni legate alla tecnologia. Qui conta in un certo senso la rendita di posizione accumulata nel tempo, che significa 210 miliardi in gestito ad un costo tutto sommato elevato di 0,20%. Un semplice calcolo di masse per commissioni porta a oltre 420 i milioni di euro incassati ogni anno da Invesco.
Ma scorrendo anche le posizioni della classifica che vanno dalla terza alla quinta capiamo molto bene perché le società di gestione sono così prolifiche nel generare ETF tematici, geografici o comunque legati ad asset alternativi.
Al terzo posto si posiziona SPDR con il Gold Shares il cui costo annuo è di 0,4% con masse che sono 8 volte meno di SPY. Ancora più clamorosa la posizione di iShares MSCI Emerging Market che, con la metà delle masse di Gold Shares e commissioni annue a 0,7%, si piazza al quarto posto in America per ricavi. Al quinto posto non c’è nessun flagship, ma piuttosto un altro prodotto di nicchia come Pro Shares Ultra Pro QQQ, un leva 3 che costa lo 0,95% all’anno.
E che la specializzazione paghi lo vediamo anche con il celebre ARK Innovation ideato da Cathie Wood. Con “soli” 17 miliardi di AUM, ARK riesce a piazzarsi al settimo posto per ricavi grazie ad un generoso 0,75% di spese correnti.
Tanti numeri che possono però offrire un buon quadro di riferimento di quelle che sono le dinamiche che guidano le grandi casi di investimento nel lancio commerciale di nuovi prodotti e nella costante diminuzione del costo dei flagship. Vantaggio competitivo e innovazione fanno la differenza nei bilanci di fine anno, per questo il mix tra questi due elementi è sempre un ottimo modo per mantenere elevati gli utili.