Con la caduta dei mercati azionari innescata dalla decisione della FED di lasciare fermi i tassi di interesse, il mondo obbligazionario free risk ovvero governativo, è tornato protagonista.
Una bruciante caduta dei rendimenti a 10 e 2 anni su tutte le geografie occidentali sembra alimentare un concreto rischio di recessione che anche il ritorno ad una curva dei rendimenti piatta segnala. Il decennale Usa è ritornato ampiamente sotto al 4% in un paio di sedute avvicinandosi a meno di 10 punti base dalla scadenza 2 anni.
Dopo i dati sulla disoccupazione americana, in salita e soprattutto accompagnate da nuove buste paga emesse modeste e sussidi ai massimi dell’ultimo anno, il mercato teme che le incertezze di Powell sul taglio dei tassi di settembre possa accelerare l’ingresso in recessione economica. Per questo una sforbiciata di 25 punti base a settembre potrebbe non essere presa con sollievo dai mercati azionari.
ETF obbligazionari governativi: il momentum è tornato positivo
Ma torniamo al mondo obbligazionario che a livello globale sta traendo beneficio da un importante movimento di ribasso dei tassi di interesse e pure di un ritorno alla correlazione negativa con l’azionario; quel fenomeno che rende la diversificazione tra asset class uno degli elementi più importanti per gestire i rischi.
I decennali giapponesi tornano sotto al 1%, il Bund tedesco si avvicina al 2%, il mercato sembra ignorare a questo punto un’inflazione decisamente più alta dando per scontato che ripiegherà la testa di fronte al rallentamento economico.
Osservando l’ETF Xtrackers Global Government Bond possiamo notare come il mercato sembra aver formalizzato definitivamente una figura di inversione rialzista. Non sappiamo se il trend generale dei tassi di interesse ha già messo in archivio una parentesi che aveva ridato dignità a questa asset class all’interno di un portafoglio di investimento, ma il momentum dell’obbligazionario è tornato a essere positivo e potrebbe rimanerlo ancora per un po' visto il clima di incertezza generale attorno alle decisioni delle banche centrali e alla geopolitica.
Lo stesso si potrebbe dire anche per la versione Eur hedged dello stesso ETF che formalizza la stessa figura di inversione ma che, in prospettiva riduzione dei tassi più aggressiva da parte della FED, potrebbe addirittura essere preferibile visto che la fase sarebbe accompagnata dalla probabile debolezza del dollaro.
Ovviamente gli investitori si trovano ad un bivio. Investire ancora su strumenti obbligazionari con rendimenti decisamente più modesti rispetto a un mese fa e rinnovati rischi di volatilità in caso di ritorno delle pressioni inflazionistiche, oppure uscire fin da adesso limitando i danni ricordando le lezioni del recente passato?
Credo che non ci sia tutta questa fretta di uscire da questa asset class fondamentale nei momenti di volatilità, ma nemmeno di allungare la duration in vista di un periodo di spiccata recessione o peggio deflazione.
Probabilmente approfittare di rendimenti ancora interessanti sulla scadenze brevi rappresenta un buon compromesso per limitare i rischi ottenendo un remunerazione che per qualche mese/anno compenserà l’inflazione.