In tempi di curva dei rendimenti mai così invertita per tanto tempo, ma anche di tassi monetari come non si vedevano dai tempi della crisi finanziaria americana, può essere interessante verificare se effettivamente nel lungo termine il mantenere una strategia di duration lunga ha pagato rispetto al classico rolling di uno strumento monetario. Per fare questo esercizio ho messo a confronto due ETF di Amundi con una profondità storica importante essendo nati oltre 15 anni fa.
Amundi Eur Government Bond Euro 7-10 che investe in titoli di stato dell’Eurozona con scadenza compresa tra i 7 e i 10 anni è stato messo a confronto con Amundi Govies 0-6 months Eur Investment Grade che invece investe in titoli di Stato con scadenza massima 6 mesi.
Il primo ETF ha come missione primaria quella di acquistare titoli decennali statali europei e rivenderli quando questa scadenza scende al di sotto dei 7 anni. Possiamo quindi dire che la strategia è quella di mantenere abbastanza costante la sua duration su un orizzonte medio lungo. Il secondo ETF invece acquista titoli statali con scadenze nell’intorno dei 6 mesi per rollarli continuamente ad ogni scadenza mantenendo così una duration molto vicina allo zero.
Questa seconda strategia viene ovviamente preferita da chi non vuole rischiare oscillazioni di prezzo rinunciando ad una parte di quel premio di rendimento per la maggiore durata offerto dai titoli contenuti nel primo ETF 7-10.
ETF Obbligazioni: come è andata questa particolare sfida negli ultimi anni?
Chiaramente se prendiamo in considerazione solo gli ultimi 5 anni dove i tassi a lunga scadenza sono passati dallo zero (o anche peggio) ai rendimenti attuali, mentre i tassi monetari sono solamente saliti, la sfida è vinta nettamente dall’investimento più prudente. Ma sarebbe non corretto valutare l’investimento su un orizzonte temporale inferiore alla duration dell’ETF 7-10 anni.
Quindi ha più senso ragionare su almeno 10 anni e qui scopriamo che il premio per l’investimento a scadenza più lunga si aggira attorno ai 100 punti base visto che l’ETF monetario ha reso zero contro il 10% dell’ETF Amundi 7-10.
Se però allunghiamo ancora di più l’orizzonte temporale al momento in cui entrambi gli ETF sono arrivati sul mercato (il 2009), il modesto 3% di rendimento offerto da un ETF monetario si contrappone al 45% dell’ETF obbligazionario. Il premio per la duration in questo caso diventa di 230 punti base l’anno per effetto del 2,5% di rendimento annuo composto offerto dall’Amundi 7-10.
Ancora una volta abbiamo quindi avuto una conferma. Che si tratti di investimento azionario oppure obbligazionario la pazienza dell’investitore viene ricompensata con quel premio per il rischio incorporato in strumenti ben diversificati e poco “esotici”. Ovviamente ogni periodo ha le sue caratteristiche di rendimenti assoluti alti oppure bassi, e anche di premio per il rischio riconosciuto. Questo ragionamento vale per l’azionario come per l’obbligazionario ma comunque alla fine tutto segue una logica di ricompensa che da centinaia di anni accompagna i mercati finanziari.