Con il ritorno ai rendimenti positivi nel mondo obbligazionario e con le curve dei rendimenti invertite anche in buona parte d’Europa, i fondi monetari sono tornati di moda. La maggior parte degli strumenti monetari servono come parcheggio, ma oggi sono in grado di remunerare l’investitore anche con ritorni superiori al 3%. Pochi sono però gli ETF monetari cosiddetti “aggregate”, ovvero che riescono a mixare titoli di stato a breve scadenza con emissioni societarie.
Tra questi pochi c’è l’ETF di Franklin Templeton Euro Short Maturity, di recente reso disponibile anche in versione ad accumulazione sulla borsa italiana. Zero rischio di cambio e ampia diversificazione tra emittenti privati e pubblici rendono questo ETF una scelta molto interessante per chi vuole ridurre ai minimi termini i rischi sull’investimento in bond.
La capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro ed un costo di appena 5 punti base con una replica fisica totale, rendono molto competitivo questo ETF. I titoli in portafoglio possono avere solo rating investment grade e gli emittenti di titoli a tasso fisso e variabile possono anche non essere europei purché le emissioni risultino ovviamente in euro. A dire il vero il gestore si riserva la facoltà di investire fino al 20% del portafoglio in titoli high yield. L’ETF è classificato come articolo 8, informazione utile per chi ricerca strumenti “sostenibili”.
Le caratteristiche di un ETF adatto agli investitori prudenti
Ho già lasciato qualche indizio qua e là per far comprendere un elemento importante. Questo è un ETF a gestione attiva, come scritto chiaramente nel KID e come si deduce dal costante disallineamento con il benchmark dichiarato l'ICE BofA 0-1 Year Euro Broad Market Index.
Il rischio di cambio è quindi zero. Il rischio tasso è praticamente zero visto che la duration media è prossima allo zero. Il rischio credito è invece da tenere in considerazione, oltre ad un minore efficienza fiscale rispetto ad altri ETF.
Il 37% del portafoglio è rappresentato da titoli corporate investment grade dove la tassazione dei proventi è del 26% rispetto al 12,5% dei titoli di stato. A questo si aggiunge un rischio credito comunque meno accentuato delle emissioni high yield che rappresentano appena il 2% del portafoglio. Come abbiamo visto a discrezione del gestore possono però salire fino al 20%.
La geografia di questo ETF che incorpora un rendimento medio a scadenza del 3,5% circa, ci dice che la Germania domina con il 26%, seguita da Francia e Stati Uniti al 9%. Assenti i bond italiani, almeno da quello che risulta dall’ultimo factsheet.
Strumento quindi ideale per investitori prudenti o per aziende che vogliono gestire la liquidità senza doversi spendere in acquisti di singole obbligazioni sul mercato. Unico difetto di questo strumento la possibilità di avere una gestione attiva che lega i risultati alle decisioni di un gestore che, sulla base delle ultime informazioni disponibili, è sovrappesato sui titoli corporate e sottopesato su quelli governativi.