La strategia di investimento sulle società che dovrebbero essere quelle più orientate a soddisfare bisogni e desideri dei Millennials è vincente? A distanza di 5 anni dal primo (e unico) ETF che investe su questo tema possiamo dire di no.
L’ETF in questione è Amundi Msci Millennials e come indica il KID l'indice replicato dall’ETF (MSCI ACWI IMI Millennials Filtered) si prefigge di misurare la performance delle società che si prevede genereranno ricavi significativi da settori che mirano alle preferenze della generazione "millennial", escludendo le società che hanno perso terreno rispetto alla gamma tematica ambientale, sociale e di governance ("ESG").
Doppia selezione attiva quindi da parte del gestore che all’interno dell’azionario globale All Country non solo fa una scelta attiva delle aziende collegate al tema Millennials, ma adotta anche un criterio di filtro secondo i criteri ESG.
Ma nel confronto con l’indice globale che di filtri e scelte attive non ne ha, come si è comportato questo ETF lanciato nel 2020?
ETF Amundi Msci Millennials: composizione e performance
Dal lancio sono oltre 20 i punti percentuali di distacco collezionati dall’ETF tematico che fino al 2022 era stato protagonista di buone performance prima di una fase decisamente meno entusiasmante.
Ma dove investe questo ETF Millennials e soprattutto quali sono queste società orientate alla generazione nata tra l’inizio degli anni ottanta e la metà degli anni novanta? Dal punto di vista geografico non ci sono grandissime differenze rispetto ad un indice globale.
Gli Stati Uniti pesano per oltre il 55%, segue la Cina con il 10% e poi il Giappone con il 6%. Un po' a sorpresa non sono le tecnologie il settore leader dell’ETF, bensì il settore dei beni ciclici che pesa per quasi il 30% mentre il tech arriva a poco meno della metà di peso.
Il numero di titoli presente nell’indice è abbastanza ampio (oltre 200) ed osservando i nomi ci rendiamo conto che questo portafoglio è ben lontano da un azionario globale tradizionale. Xiaomi, Nintendo e Nestle occupano i primi tre posti di una top ten comunque eterogenea e che non supera il 22% del totale di portafoglio. Tra gli altri titoli giusto ricordare anche società come Coca Cola e Visa per offrire un’idea dell’impostazione preferenziale di questo ETF soprattutto verso i beni di consumo che secondo l’idea di Amundi dovrebbe essere quelli più collegabili al tema millennials.
Un tema che grazie al factsheet di Msci scopriamo essere arrivato sul mercato degli ETF, come spesso accade, in un momento non ideale per l’acquisto, ovvero ai tempi del Covid. Infatti la performance a 10 anni dell’indice Millennials è praticamente stata identica a quella dell’indice generale (8,2% annuo composto) con volatilità solo leggermente più alta e valutazioni fondamentali di prezzo utile non tanto differenti. La sottoperformance è arrivata proprio dal lancio in avanti quando i benefici della pandemia su certi titoli e settori era in via di esaurimento.
Considerando che vengono comprese nell’ETF società che rappresentano circa il 3% dell’indice generale (Msci ACWI ha oltre 8000 aziende al suo interno) questo ETF non sembra essersi quindi aver fornito quel valore aggiunto di alfa che immaginiamo i suoi investitori ricercavano (o ricercano) al momento dell’acquisto.