Meglio investite in obbligazioni emergenti statali oppure societarie? Questo è uno dei classici dilemmi che si trova di fronte un investitore che vuole presidiare un segmento del mercato obbligazionario che proprio nell’ultimo mese ha messo in evidenza quanto rischioso possa diventare nel momento in cui l’economia globale entra in una fase di incertezza.
Vanguard, uno degli asset manager più importanti al mondo, in un recente articolo sul suo sito istituzionale intitolato "A shift in emerging markets fixed income strategies" ha cercato di fare chiarezza evidenziando l’ovvio.
La risposta è infatti dipende. Ci sono momenti in cui i corporate emergenti sono una buona soluzione di investimento, altri in cui il rischio probabilmente non ripaga la scelta fatta. Ed il momento attuale, secondo Vanguard, ricade proprio in un contesto non esattamente favorevole ai corporate bond emergenti se confrontati in termini relativi con le obbligazioni statali (sempre emergenti). I dati storici ci permettono di capire meglio cosa porta Vanguard verso questa conclusione.
ETF: Bond emergenti statali o corporate?
La liquidità dei bond statali è superiore e nei momenti di alta tensione finanziaria, come quella appena vissuta dopo l’annuncio di dazi da parte di Trump, rende più pericolosa la detenzione di bond corporate.
Il tasso storico di default dei corporate emergenti ad alto rendimento sfiora il 5% annuo, quello dei governativi il 4%, ma il recovery rate, ovvero il tasso di recupero del valore nominale, per i bond statali è storicamente stato del 50%, per i corporate del 34%.
Gli spread, ovvero il premio pagato da un bond emergente rispetto ad un Treasury americano di pari duration, oggi è di 226 punti base per i corporate emergenti e 350 per i titoli di stato.
Un’apparente anomalia giustificata però dalle due strutture differenti di duration. Se infatti prendiamo due ETF quotati anche in Europa di iShares che investono in bond corporate emergenti e bond statali, notiamo che la duration per i primi è 4,3 anni, per i secondi di 6,7. Il tutto con un rendimento a scadenza per i governativi emergenti di circa mezzo punto superiore rispetto ai corporate bond.
Se è vero che negli ultimi 5 anni la performance dei corporate bond total return (quindi comprensiva delle cedole reinvestite) è stata superiore di circa 3 punti percentuali (12%), è altrettanto vero che in un contesto di rallentamento economico e forse di riduzione dei tassi di interesse da parte della FED a partire dall'autunno, il rischio rapportato al rendimento offerto dai corporate bond non sembra effettivamente essere così interessante; confermando la conclusione a cui è arrivata Vanguard.
Ovviamente in un portafoglio ampiamente diversificato entrambe le componenti a reddito fisso possono starci, ma se in questo preciso momento dovessi scegliere su cosa puntare gli strumenti a prevalente componente governativa mi sembrano effettivamente essere più interessanti.