Il momento di mercato non è certamente dei più tranquilli e in questi casi l’investitore medio cerca sempre di capire quale è lo strumento migliore per attraversare una fase turbolenta, possibilmente senza privarsi dell’asset azionario vista l’assoluta inesistenza di rendimento dei bond.
Gli smart beta sotto questo punto di vista sono ETF che in passato hanno ricevuto molta attenzione da parte degli investitori, passando rapidamente nel dimenticatoio surclassati dalle mode tematiche ed ESG.
Non è la prima volta che su queste pagine analizzo l’andamento dei principali ETF smart beta globali quotati sul mercato italiano e anche oggi voglio aprire una parentesi. Lo scopo di questa analisi è capire se funzionano, chi va meglio in certi contesti di mercato e se ci sono delle divergenze degne di nota rispetto alle attese.
ETF: ecco chi ha fatto meglio da inizio anno
Il primo passaggio che solitamente faccio in questi casi è quello di confrontare l’andamento di un azionario globale tradizionale con quello di un multifactor. Questa volta ho aggiunto anche un indice globale ESG. Tutti gli ETF sono presi dal catalogo di iShares con sottostanti indici MSCI.
Alla data di rilevazione del 16 marzo 2022, da inizio anno l’ETF Multifactor fa meglio del globale tradizionale e di quello ESG. Rispettivamente le performance sono di -6,3% per il primo, -8,2% per il secondo e -8,9% per il terzo.
Considerato che gli smart beta sono risultati più performanti di un investimento tradizionale in azioni globali a questo punto l’esercizio si sviluppa sui singoli fattori. Chi è il migliore? Come da attese da inizio anno l’ETF Low Volatility si conferma un’ottima scelta riducendo della metà la perdita di un azionario globale. Ma ancora meglio ha fatto il Value che, dopo anni di sofferenza, sembra aver ritrovato la strada della miglior forza relativa: con una perdita del 2% da inizio anno certifica la sua positività.
E a distanza di 3 anni? A conferma che queste strategie funzionano bene in chiave tattica, un po' meno strategica, gli equilibri si ribaltano. L’azionario globale, ESG e non, sta al top con quasi il 50% di performance mentre il multifactor è indietro di 15 punti percentuali.
Il fattore momentum è il migliore, ma con qualche punto di performance in meno dell’azionario globale, il low volatility il peggiore sotto di oltre la metà rispetto al primo. Il processo di mean reversion è in corso.
ETF: ecco chi ha fatto peggio da inizio anno
Chi ha fatto peggio? Il momentum ha perso decisamente terreno rispetto all’azionario globale con una performance da inizio anno di -11%. Ovviamente questi numeri vanno inseriti in un contesto di medio periodo che finora aveva emesso sentenze diverse.
Negli ultimi 12 mesi investire in multifactor o in azionario globale tradizionale (o anche ESG) avrebbe portato allo stesso risultato (+11%). Il fattore a basso volatilità ha confermato la sua forza relativa con un ottimo +14%, quello momentum la sua debolezza con +6%. Non è stato un anno per trader ma per investitori a basso rischio.