Investire sulle obbligazioni emergenti eliminando il rischio cambio e il rischio duration? Possibile con l’ETF che andremo ad analizzare oggi e che, come unico rischio non eliminabile, mantiene quello degli emittenti, Paesi emergenti di diverse geografie e rating.
L’ETF in questione è L&G Emerging Markets Government Bond (USD) 0-5 Year Screened EUR Hedged che in versione accumulazione replica l'indice JP Morgan ESG EMBI Global Diversified Short-Term Custom Maturity (EUR Hedged). Questo indice contiene obbligazioni governative selezionate su parametri ESG (ambientali, sociali e di governance) denominate in dollari statunitensi (ma coperte dal rischio cambio), emesse da governi ed entità governative in mercati emergenti. Le scadenze sono tutte comprese tra i 3 mesi e i 5 anni.
ETF Bond emergenti: performance e caratteristiche
L’ETF non solo negli ultimi 3 anni (+24%) ha saputo battere nettamente uno strumento che investe in titoli di stato europei analoga scadenza (+9%), ma tallona da vicino anche un ETF che investe in modo “standard” nei bond emergenti a cambio coperto (+25%). Aspetto da non sottovalutare quindi non solo il vantaggio sul free risk europeo, ma anche verso l’equivalente emergente con un rischio duration implicito più alto.
Le spese correnti dell’ETF sono di 0,28% annue, la duration come è ovvio che sia con questo tipo di indice è di 2,5 anni, il rendimento a scadenza al lordo della copertura è del 5,7%. Ricordo sempre che per un investitore italiano la maggior parte delle emissioni di stati emergenti sono assoggettate ad una tassazione simile a quella dei BTP italiani, ovvero 12,5%.
Il rating dei titoli incorporati nell’ETF è spaccato in due. Poco meno del 50% sotto la tripla B con una bella diversificazione tra paesi. Il primo in ordine di peso è l’Arabia Saudita (7%), gli Emirati Arabi (5%) come Polonia, Ungheria, Romania e Turchia. Da sottolineare che il primo titolo per peso è il bond Argentina 2030 con quasi il 3% di peso.
I connotati sono quelli di un tipico fondo ESG che esclude gli emittenti con ricavi derivanti dai settori del carbone termico, tabacco e armi e privilegia i paesi che il provider dell’indice reputa meritevoli grazie ad un punteggio ESG più alto.
Rimanendo sul tema dell’investimento in obbligazioni a spread, ma questa volta corporate, ancora una volta i bond emergenti si confermano vincenti. Un ETF come iShares Eur Corporate Bond 1-5 anni raccoglie infatti nel triennio il 15%, quasi 10 punti in meno dell’equivalente emergente di L&G. Attenzione perché in questo caso la tassazione applicata a questi rendimenti che sono lordi è quella del 26%.
Interessante quindi l’andamento di questo fondo di L&G, adatto a chi vuole mantenere un presidio sul mondo emergente assumendosi solo il rischio emittente ed eliminando quello di cambio e limitando quello di tasso.