Anche la geopolitica diventa un indice e WisdomTree, indubbiamente società innovatrice e originale quando si tratta di creare ETF tematici, lancia sul mercato americano uno strumento che mira ad investire su quelle società globali, sviluppate ed emergenti, che sono ben posizionate per guadagnare da nuovi trend che non riguarderanno però solo la geopolitica. Saranno infatti quattro i temi dell’ETF che saranno assecondati e si spera trasformati in profittabilità maggiore del mercato, dalla strategia scelta dal gestore.
Geopolitica appunto, cambiamenti nelle politiche monetarie e fiscali, innovazioni tecnologiche e cambiamenti nelle preferenze dei consumatori.
ETF Geopolitica WisdomTree: composizione e caratteristiche
Temi alti che ovviamente potrebbero abbracciare una fetta enorme del mercato, ma la stessa WisdowTree nel suo prospetto specifica cosa intende per società che potrebbero avvantaggiarsi da questi cambiamenti.
Alle società che sapranno beneficiare del cambiamento negli equilibri geopolitici verrà riservato un peso tra il 25% e il 50% dell’ETF. Fattori come gli spostamenti nella supply chain, la spesa per la difesa, le alleanze militari, le politiche tariffarie determineranno quali azioni entreranno nel paniere dell’indice.
Tra il 5% e il 25% dell’allocazione verrà riservata alle società meglio posizionate per sfruttare i movimenti dei tassi delle banche centrali, le politiche valutarie, ma anche di spesa pubblica e regime fiscale.
Le innovazioni tecnologiche che potrebbero cambiare in futuro l’intero panorama industriale occuperanno tra il 5% e il 25% del portafoglio, mentre le compagnie ben posizionate nel beneficiare dai cambiamenti nelle abitudini dei consumatori globali si prenderanno una fetta compresa tra il 5% e il 15%.
Ovviamente saranno adottati dei criteri di massimo peso per società (5% per azione) visto che il meccanismo della market cap sarà rilevante nella selezione dei componenti l’indice.
L’ETF, che non si può ovviamente definire un passivo, avrà una composizione globale ed attualmente gli Stati Uniti pesano per il 55%, seguiti da Giappone e India all’8%, poi Polonia e Messico al 5%. A livello settoriale i beni di consumo comandano con il 18%, seguiti da energia e materials con il 12%. Semiconduttori e software occupano rispettivamente il 9% e il 7% con il tabacco al 5% a chiarire come nessun filtro ESG è presente nella politica di gestione.
Il portafoglio è molto diversificato ma nella top ten troviamo Meta al 5% seguita da Union Pacific al 3%, Intel, Deere e Chevron con percentuali tra il 2% e il 3% in una composizione molto variegata.
L’ETF avrà un costo dello 0,58% e per il momento sarà quotato al NYSE, quindi gli investitori che vorranno acquistarlo potranno farlo ma consapevoli che si tratta di uno strumento non armonizzato.
Alla fantasia dell’industria del risparmio gestito non c’è mai limite e ogni occasione, anche quella di evidenti squilibri globali, è buona per creare nuovi prodotti che possono catturare la fantasia degli investitori. Se anche la redditività di mercato sarà il tempo a dirlo.