La Gran Bretagna non sta certamente vivendo un periodo felice per quello che riguarda le sorti della propria monarchia, Ma nemmeno dal punto di vista economico le cose sembrano andare molto bene dopo che l’avvento della Brexit ha tagliato i ponti di collegamento con il continente europeo. Infine l'incertezza elettorale con le nuove elezioni convocate dal premier Sunak in estate.
Eppure, tutto questo sembra importare molto poco a una Borsa fresca reduce dai nuovi massimi storici. L’indice Msci UK ha superato i massimi del 2023 che a loro volta avevano aggiornato i top del 2018. Merito negli ultimi tempi soprattutto di quei settori finanziario e minerario di cui è ricca la Borsa inglese e che grazie al rialzo dei tassi da una parte, e quello dei metalli dall’altra, hanno dato un boost decisivo per compiere il salto dell’asticella.
Tanti sono gli ETF quotati in Italia e che investono sulla borsa inglese. Dagli indici più celebri come il Ftse100, fino all’indice Msci UK replicato ad esempio da iShares. È possibile investire con ETF a bassissimo costo su una delle Borse con il rapporto tra dividendo e prezzo più alto del mondo e superiore al 4%. I fondamentali nonostante tutto rimangono contenuti, con un rapporto prezzo utili di 13 e un rapporto prezzo valore di libro di 1,8.
Investire nella Borsa Inglese: caratteristiche e dettagli
Come detto, i titoli finanziari rappresentano quasi il 20% del portafoglio, seguiti da beni di consumo (16%), energetici sommati ai minerari (che fanno 24%) e farmaceutici (13%). Indubbiamente un indice value che potrebbe essere favorito da una prossima rotazione settoriale di mercati che negli ultimi tempi sembrano voler privilegiare proprio i settori meno growth.
All’interno dell’ETF va notato anche il peso relativo di certe società come Shell (10%), AstraZeneca (8%) e Hsbc (7%). Una composizione, comunque, molto “internazionale” e che indubbiamente rende meno UK-dipendente l’intero investimento.
Osservando il grafico possiamo notare che fino al 2021 l’indice risultava ancora sotto i massimi di fine ventesimo secolo; questo sembra garantire prospettive comunque interessanti per un mercato che non è caro e che è rimasto indietro rispetto al campione americano.
Negli ultimi 5 anni un investitore italiano avrebbe raccolto il 42% in versione total return investendo sul solo mercato inglese. Ma per chi avesse deciso di mettere sul piatto dei mercati i propri risparmi evitando la Gran Bretagna, abbracciando invece l’intera Europa ex UK (ETF iShares), il risultato sarebbe stato sorprendentemente più alto (+63%).
La zavorra della sterlina (comunque in recupero nelle ultime settimane) ha certamente fatto la differenza in negativo per la borsa inglese, ma anche per questo è evidente che i listini d’Oltremanica, pur freschi reduci da nuovi massimi, sono tutt’altro che cari in questo momento storico.