Gli Stati Uniti rappresentano ormai il 72% dell’indice azionario globale del mondo sviluppato, un nuovo record che preoccupa gli investitori che temono in questo momento un'eccessiva esposizione al mondo azionario americano, oltre che al dollaro.
Nessun conosce ovviamente con certezza quando questa tendenza si invertirà, ma indubbiamente l’aspetto della diversificazione geografica sta subendo negli ultimi anni un deterioramento a favore della corazzata americana che rimane però composta da società che non operano solo all’interno dei confini nazionali, in un certo senso ridisegnando gli schemi di diversificazione geografica del passato.
Amundi ha così deciso di lanciare sul mercato un nuovo ETF che replica l’indice Msci World ex USA che segue la recente quotazione di un ETF identico (anche nei costi) di Xtrackers e che in pochi mesi ha toccato quasi i 300 milioni di euro di masse amministrate.
ETF: gli altri "ex" più famosi
Non cambia molto con l’ETF di Amundi che offre una replica fisica di un indice che vede la Zona Euro con il peso maggiore di quasi un terzo del portafoglio, seguita da Giappone con il 20%, Europa ex Euro (UK, Svizzera, Svezia) per un altro 20%. Il residuo della composizione geografica è affidato prevalentemente a paesi come Australia e Canada. Non è ovviamente prevista nessuna esposizione al mondo emergente.
Questo ETF si va perciò ad aggiungere ad un filone di ETF “ex” che arricchiscono da tempo l’offerta dei vari emittenti.
Vediamo di ricordarne alcuni.
In termini di anzianità storica gli ETF che replicano indici Pacifici o Asiatici ex Japan sono anche quelli più numerosi. Essendo indici market cap, la presenza del Giappone dominerebbe percentualmente (come gli Stati Uniti con gli indici mondiali) l’indice e per questo è ormai consolidata la pratica di investire in Asia al netto del Giappone.
Altro filone di “ex” si è sviluppato dopo la Brexit inglese ed è quello che prevede la replica di indici europei ex UK. Anche in questo caso lo scopo è quello di avere indici depurati dalla borsa inglese, la terza per capitalizzazione negli indici mondiali.
Proprio Amundi ha nella sua gamma altri due indici ex. Il primo che investe in azioni mondiali ex Emu, ovvero al netto dell’azionario del Vecchio Continente. Il secondo invece lo ritroviamo all’interno del panorama emergente per ovviare allo strapotere cinese all’interno degli indici dei mercati non sviluppati. Strapotere comunque in deciso calo grazie alla forza della borsa indiana che ha oggi agguantato l’indice cinese per peso geografico.
Ovviamente esistono anche altri indici ex minori, così come all’interno del mercato obbligazionario esistono ETF che escludono alcune componenti da un indice principale. Indubbiamente un vantaggio per quegli investitori che vogliono costruire delle asset allocation personalizzate modulando la diversificazione di portafoglio a proprio piacimento e non subendo passivamente la costruzione degli indici.