Tra i tanti ordini esecutivi firmati da Donald Trump negli ultimi mesi uno dei più recenti coinvolge direttamente un settore che da tempo viene considerato da alcuni esperti green, da altri tutto fuorché energia pulita. Stiamo parlando dell’energia nucleare.
Sono stati diversi i decreti firmati dal Presidente nelle ultime settimane per accelerare sulla rinascita di un settore un po' trascurato negli anni scorsi. Anche Goldman Sachs ha messo sotto la lente in particolare per i vantaggi economici che fornitori a monte delle centrali e produttori di uranio potrebbero ricevere da questa nuova spinta americana all’innovazione e alla crescita.
Non solo i reattori di grandi dimensioni, ma anche i reattori di piccola taglia sono interessanti secondo gli analisti americani soprattutto se le decisioni politiche dovessero trasformarsi anche in finanziamenti al settore collegato per ovvi motivi a tutta l’industria della difesa.
Trump ha ribadito che l’energia nucleare è sicura e rispettosa dell’ambiente considerandolo un settore caldo sul quale lavorare intensamente nei prossimi anni per garantire all’America una leadership globale e soprattutto una maggiore indipendenza energetica. Obiettivo principale quadruplicare in 25 anni la produzione abbattendo l’eccessiva regolamentazione che negli ultimi decenni ha fatto ristagnare il settore.
ETF energia nucleare: attenzione a quale si sceglie
Con tutto il mondo in fermento alla disperata ricerca di fonti energetiche non fossili, il nucleare torna protagonista anche in borsa con gli ETF settoriali che sulla notizia di Trump e dei suoi ordini esecutivi sono scattati in alto proseguendo un trend già positivo.
Diversi gli ETF quotati in Europa a tema nucleare. Accompagnati quasi sempre dalla parola uranio, tra gli ETF più capitalizzati ci sono i due strumenti di VanEck Uranium and Nuclear Technologies e Global X Uranium con in mezzo HanEtf Sprott Uranium Miners più specializzato nel settore estrattivo.
Nell’ultimo anno le performance degli ETF sono molto differenti. HanEtf in pesante rosso di oltre il 20%, Global X poco sopra la parità, VanEck in guadagno di quasi il 30%. Differenze quindi notevoli tra i vari ETF con VanEck che sembra essere il più completo racchiudendo al suo interno società di tutto il mondo che operano nei settori dell'estrazione dell'uranio e delle infrastrutture per l'energia nucleare.

Prevalentemente Canada (37%), Stati Uniti (26%) e Giappone (23%) sono i Paesi più rappresentati con una divisione quasi identica tra titoli industriali ed energetici. Una delle azioni preferite da Goldman, ovvero Cameco, guida con il 15% le prime 10 posizioni che pesano per il 65% del totale. Dopo Cameco troviamo comunque una buona diversificazione con pesi compresi tra il 4% e il 7% per società come Nexgen Energy, Oklo, Uranium Energy, Mitsubishi Industries.
Nonostante i forti rialzi degli ultimi tempi il rapporto prezzo utili si mantiene non carissimo e attorno a quota 22 con un prezzo valore di libro poco sopra quota 2.
Questo ETF di VanEck è in realtà presente sul mercato americano dal lontano 2007; il grafico ci dice come i prezzi siano più che raddoppiai dai minimi dell’era Covid con l’accelerazione sui massimi storici in corso in questi giorni che testimonia l’interesse degli investitori.
Se vale il principio che nuovi massimi chiamano nuovi massimi per il settore nucleare in Borsa il futuro sembrerebbe essere, ancora per un po', radioso.