Tempo di bilanci sulle materie prime o meglio, sui prodotti che replicano l’andamento dei contratti future che investono sulle commodity, gli ETC.
Strumenti che troviamo sul mercato ormai da parecchi anni e grazie ad uno dei più prolifici emittenti (WisdomTree che ha incorporato ETF Securities) possiamo oggi fare un confronto tra i principali indici di materie prime con quasi 20 anni di storia alle spalle.
Ho selezionato tutti i principali ETC su indici di materie prime dell’emittente facendo un confronto dal 2006 a oggi. Ecco cosa è emerso.
ETC su commodity: si salvano solo i preziosi
L’oggetto di questo studio coinvolge ovviamente il benchmark ETC WisdomTree Broad Commodities con gli ETC Softs, Energy, Agriculture, Live Cattle, Precious Metals, Industrial Metals. All’interno di ognuno di questi indici troviamo tutto il set di commodity i cui contratti future offrono la possibilità agli investitori di replicare con qualche difficoltà operativa i vari andamenti di petrolio, rame, mais, oro, cacao, ecc…
Dal 2006 l’indice aggregato delle materie prime ha realizzato una perdita del 19%. Ovviamente smentito l’assunto secondo cui le materie prime mantengono il potere d’acquisto di un investimento. Le commodity sono un eccellente strumento in regimi di alta inflazione, ma questi periodi sono storicamente limitati rendendo le materie prime uno strumento più speculativo che di investimento.
La negatività dell’indice generale è arrivata in questi ultimi 19 anni nonostante la robusta presenza di oro (17%) e argento (5%) in portafoglio. Proprio i metalli preziosi sono infatti le star del ventennio con l’ETC WisdowTree Precious Metals che ha fatto la gioia anche di chi deve recuperare minusvalenze visto il lauto guadagno del 280%.
E allora chi ha contribuito in negativo all’indice generale? L’energia. L’ETF che investe nel settore energy dal 2006 perde l’85% e tra i principali componenti dell’ETC generalista troviamo Gas Naturale e petrolio che rappresentano il 21%.
Andando agli altri sottosettori, tra i vincenti (si fa per dire viste le modeste performance) troviamo prodotti agricoli e soft con un guadagno di poco superiore al 30%, mentre metalli industriali e bestiame sono in difetto di quasi il 20%.
Un bilancio a tinte molto scure quindi quello dell’investimento in materie prime attraverso ETC.
Senza le performance stellari dell’oro, la negatività sarebbe stata ancora più accentuata e senza mai dimenticare la volatilità di questa asset class, simile a quella di un azionario e attorno al 15% annuo.
Obiettivamente l’obbligazionario e l’azionario continuano a rappresentare delle asset class più solide e in grado da sole di fornire quella diversificazione di portafoglio i cui benefici, almeno nell’ultimo ventennio, non si sono visti invece tra le materie prime. Per i prossimi 20 anni vedremo che succederà.