Gestione del rischio significa anche ridurre al massimo quei potenziali fattori finanziari in grado di generare volatilità su un portafoglio di investimento senza sacrificare troppo il rendimento finale dell’operazione.
La diversificazione delle asset class è un esempio perfetto di strategia semplice in grado di gestire il rischio cercando di mantenere una adeguata remunerazione dell’investimento. Diversificare troppo può rivelarsi eccessivamente costoso in termini di perdita di opportunità, diversificare troppo poco può provocare eccessiva volatilità nel rendimento finale.
Uno dei fattori di rischio classici di qualsiasi investimento finanziario è il cambio. Quando acquistiamo un ETF che investe in azioni oppure obbligazioni americane il rischio di cambio dollaro è presente. Se il biglietto verde perde di valore anche il valore dell’ETF quotato in euro (ma con sottostante in dollari) perde valore e viceversa.
Prevedere l’andamento di un rapporto di cambio è esercizio particolarmente complesso ed esiste un modo molto semplice per eliminarlo, ovvero utilizzare strumenti con copertura del rischio cambio. Più comunemente noti come "Eur Hedged". Come per tutte le assicurazioni questa operazione ha un costo.
Un costo di copertura che è variabile e che è tale quando la valuta che vogliamo neutralizzare quanto a rischio cambio ha tassi di interesse sul mercato superiori a quelli espressi dalla nostra valuta base. Viceversa, nel caso di copertura di valuta con tassi di interesse più bassi della nostra valuta domestica (ad esempio per coprire lo yen giapponese), il costo si trasforma in premio.
Oggi il costo per coprire una posizione in dollari americani dal rischio di cambio si aggira attorno al 2% per un investitore europeo.
Quanto è costato coprire il rischio di cambio nel 2024?
Ma quanto è costata la copertura nel 2024, anno in cui il dollaro ha guadagnato terreno? Lo scopriamo confrontando gli stessi ETF a cambio aperto e in versione Eur Hedged.
Cominciamo dalla Borsa americana. Acquistare un ETF Eur Hedged sullo S&P500 nel 2024 ha prodotto una performance del 25%. Comprare lo stesso ETF a cambio aperto ha creato un segno più del 34%. Sommando quindi il costo di copertura alla variazione del cambio, eliminare il rischio cambio nel 2024 è costato 9 punti percentuali all’investitore.
Andando sul mercato obbligazionario scopriamo una differenza praticamente identica (8%) con la versione Eur Hedged Flat mentre un ETF come Vanguard Usd Treasury Bond è in guadagno dell'8%.
Le differenze tra le coperture di diverse asset class, tra poco vedremo l’oro, dipendono dalla frequenza con cui questa attività vengono eseguita dal gestore. Ad esempio, osservando la differenza di performance 2024 tra WisdomTree Physical Gold e lo stesso ETC ma in versione Eur Hedged, scopriamo che nel 2024 sono stati 9 i punti percentuali a favore dell’ETC a cambio aperto.
Possiamo quindi concludere che mediamente il differenziale di rendimento a favore di chi nel 2024 ha scelto di correre il rischio cambio senza prendere contro misure, è quantificabile nell’ordine del 8-9%. Un vantaggio non irrilevante che però, non bisogna mai dimenticarlo, è rappresentato da una voce certa (il costo di copertura) e da una variabile causale (l’andamento del cambio). Questo il 2024 che sta per andare in archivio. Il 2025 chissà.