I dazi di Trump colpiranno prima di tutto Messico, Canada e Cina. Con una dichiarazione rilasciata su X il tycoon ha fatto chiaramente capire che cercherà di bloccare l’immigrazione clandestina e il traffico di droga proveniente dai confini terrestri, ma anche da paesi come la Cina dove la produzione di stupefacenti diretti verso gli States è ai massimi livelli.
Colpire l’economia per costringere gli Stati nazionali a fare di più nella lotta all’immigrazione e a trafficanti. Ma l’obiettivo non è naturalmente solo questo.
Ridurre l’importante deficit commerciale accumulato negli anni (verso il Messico soprattutto) è uno dei punti elettorali che hanno portato Trump alla vittoria. E l’escamotage di combattere temi popolari come immigrazione e traffico di droga permette al neo Presidente che entrerà in carica a gennaio di lavorare fin da subito sul fronte economico. Ma come si stavano comportando fino ad ora le Borse di Cina, Messico e Canada?
Borse Cina, Canada e Messico: e se tra qualche mese ci fosse un rimbalzo?
Le performance degli ultimi 3 anni ci dicono che la Cina, a parte una fase positiva vissuta sulle attese di un nuovo piano economico mai esplicitamente dettagliato da parte del Governo, ancora non è uscita da un bear market che sull’ETF Xtrackers CSI 300 quantifica per ora in -16% la perdita di valore in versione total return e quindi comprensiva dei dividendi.
Andando nel continente americano, Canada e Messico dal 2021 al 2024, seppur sottotono rispetto ai cugini americani, attraverso gli indici Msci replicati da ETF di iShares (linea nera) e Xtrackers (linea rossa) hanno realizzato una performance positiva che sfiora il 25%.
Tutti guadagnati negli ultimi 12 mesi dalla Borsa canadese con un grafico che mostra chiaramente la netta accelerazione, in netto ridimensionamento invece per quella messicana soprattutto dopo le elezioni politiche di giugno a causa anche di una forte svalutazione del peso.
I dazi potrebbero quindi non solo colpire le valute nazionali, come sta già accadendo, ma anche quelli che sono i settori chiave delle rispettive economie. Sempre stando sugli ETF scopriamo che finanza, energia e materie prime sono i settori più importanti rispettivamente con il 33%, 17% e 11% di peso relativo nella borsa canadese.
E il settore delle materie prime è fondamentale anche in Messico rappresentando il 20% del mercato azionario seppur superato dai beni di consumo con il 35%.
Stando ai dati forniti da Msci, la Borsa canadese ha valutazioni in linea con quelle europee visto il rapporto prezzo utili si posiziona attorno a 19. Decisamente più cheap (ma la Cina ancora di più), la Borsa messicana con un PE di 15.
Mercati di Cina, Canada e Messico che potrebbero quindi andare sotto pressione nei prossimi mesi sia lato prezzi che valuta. Insediato però ufficialmente il tycoon alla Casa Bianca e messe sul piatto tutte le notizie le ricoperture magari condite da un eccesso di pessimismo, una ripresa dei trend rialzista potrebbe essere uno scenario da non escludere.