Per il momento l’avvento di Trump alla Casa Bianca, con tanto di (forse) spinta al sentimento patriottico, ha prodotto un solo risultato. Spostare gli interessi degli investitori su altre aree geografiche.
Prima dello S&P500, in questa speciale quanto breve in termini temporali classifica 2025 degli indici azionari con le migliori performance, troviamo addirittura il bersagliato Messico.
Un 2025 che sta quindi vedendo protagonista prima di tutto la rotazione geografica, indirettamente anche di stile visto che le principali Borse beneficiarie hanno natura prevalentemente value. Brasile e Polonia sono i due listini al top nel 2025, seguiti da Germania, Francia e Svizzera. E ancora Sud Africa, Italia, Messico e Corea del Sud.
A fare peggio della Borsa americana da inizio anno solo un drappello di Borse asiatiche, tra cui quella indiana protagonista di un rally vigoroso negli ultimi 3 anni e che ora riprende un po' fiato complice anche la presenza di parecchio tech nell’indice.
Quindi è soprattutto il mondo sviluppato ex US che sta facendo meglio in questo avvio di 2025. I multipli non certamente cari sembrano incoraggiare investitori per nulla intimoriti dalla guerra dei dazi avviata da Trump.
ETF Borse europee sui massimi storici, +50% in 5 anni
Soprattutto sono i Paesi europei rappresentati dall’indice Msci Emu a viaggiare a velocità doppia rispetto alla Borsa americana nonostante le criticità politiche di Francia e Germania, gli alti costi dell’energia e i timori di dazi imminenti da parte dell’amministrazione Trump.
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L’ETF Msci EMU di iShares tocca così il suo massimo storico e arrotonda a +50% la performance degli ultimi 5 anni. Con un rapporto tra prezzo e utili inferiore a 16 e di un prezzo verso valore di libro inferiore a 2, le Borse europee con il loro mix di finanza, industria e difensivi in genere, stanno esercitando un certo appeal su investitori che temono la politica isolazionista di Trump verso gli storici alleati. L’Europa potrebbe, pur nella sua debolezza, diventare un partner affidabile con cui fare affari e investimenti a dispetto di un’America verso la quale stanno montando differenti sentimenti nel resto del mondo.
Proprio i listini azionari di Francia e Germania insieme compongono il 60% dell’indice Emu (e poi si dice della scarsa diversificazione dell’indice globale) con i Paesi meridionali della UE Italia e Spagna a comporre globalmente un altro 16%. In mezzo l’Olanda rappresentata dalla produttrice di chip Asml con il 13%.
Graficamente non ci sono molti dubbi: le Borse europee stanno cercando di forzare la parete superiore di un canalone rialzista che fino al 2020 è stato timido poi, con l’arrivo del Covid, ha preso un’inclinazione decisamente più importante accelerando dopo la correzione del 2022. Che sia l’Europa la nuova America proprio grazie alle politiche di Trump?