Gli ETF Buffer rientrano tra le soluzioni utilizzate dagli investitori per mitigare i rischi derivanti dalle oscillazioni dei mercati. Spesso gli operatori sono alla ricerca di strumenti che consentono loro di proteggere il capitale, senza però rinunciare ai benefici di un mercato in rialzo. Grazie agli ETF Buffer si ha la possibilità di accedere a prodotti sofisticati che si propongono di stabilizzare il portafoglio.
La loro capacità di attenuare le perdite nelle fasi contrarie di mercato, pur limitando i guadagni negli scenari di rialzo sostenuto, li rende adatti a investitori che preferiscono un approccio più cauto e sono consapevoli di dover rinunciare a qualcosa in termini di profitti. Di seguito approfondiremo il funzionamento degli ETF Buffer, quali sono i vantaggi e le limitazioni per chi li adopera.
ETF Buffer: definizione, caratteristiche e funzionamento
Gli ETF Buffer sono fondi di investimento quotati che utilizzano una combinazione di opzioni call e put con lo scopo di stabilizzare il portafoglio di investimento durante i periodi di oscillazione dei mercati. Sono denominati così perché offrono appunto un "Buffer", ossia un cuscinetto contro le fluttuazioni negative. Tuttavia, hanno anche un "cap" sui guadagni massimi. In altri termini, questi strumenti sono progettati per proteggere l'investimento fissando un livello di copertura della perdita e allo stesso tempo limitando il guadagno a un tetto oltre il quale non si può andare.
Ad esempio, si consideri un ETF Buffer che riproduce un indice, fissa una protezione totale dalle perdite fino a una discesa del 15% e un livello massimo di profitti del 10%. Tutto questo combinando una serie di call e put. In pratica, se l'indice perde il 30%, per metà la perdita è coperta. Tuttavia, se il benchmark sale del 15%, il guadagno massimo è sempre del 10%. In breve, gli ETF Buffer attutiscono gli effetti dei forti cali di mercato, consentendo però di partecipare ai rialzi, seppur in maniera limitata.
C'è da dire che il Buffer, essendo costruito attraverso una serie di opzioni, ha una scadenza. Quindi gli investitori devono essere consapevoli del fatto che il periodo di protezione non dura per sempre. Ciò influenzerà la decisione nel tempo di mantenere, vendere o rollare l'investimento. In questo contesto, chi utilizza lo strumento deve pianificare la propria strategia di portafoglio, tenendo presente soprattutto il timing in cui effettuare l'operazione.
Ad esempio, in un periodo di forte volatilità, è più facile scardinare la protezione e tra l'altro i costi sono più elevati perché uno dei componenti che determina il prezzo delle opzioni è proprio la volatilità implicita. Tuttavia, se un indice è sceso molto in un certo periodo e si sta avviando verso la fine del trend negativo (magari perché è in prossimità di importanti supporti), la soluzione di un ETF Buffer potrebbe essere quella giusta per garantirsi una protezione adeguata. Gli ETF Buffer in definitiva si adattano a soggetti che non sono particolarmente propensi al rischio e quindi vogliono garantirsi una protezione, accettando però di rinunciare a grandi guadagni.
Vantaggi e svantaggi
Gli ETF Buffer possono essere strumenti di investimento molto convenienti, ma bisogna saperli adoperare. Questo perché come tutti gli asset finanziari hanno dei vantaggi, ma presentano anche delle insidie.
I punti di forza di questi fondi sono:
- protezione contro le perdite, in quanto annullano il passivo fino a una discesa del sottostante entro una certa soglia;
- partecipazione ai guadagni di mercato, se l'asset prende la strada del rialzo, anche se tali guadagni saranno limitati da un tetto;
- controllo dell'investimento, essendo che i risultati sono maggiormente prevedibili rispetto ad altri prodotti direttamente esposti al mercato.
Per quanto riguarda i punti deboli degli ETF Buffer, si possono ricordare:
- limitazione dei guadagni, in quanto il cap impedisce di sfruttare a pieno tutto il movimento del mercato. Ciò è particolarmente limitativo quando il sottostante riprodotto è in rally sostenuto. A quel punto, si rischia di perdere gran parte dei profitti che generano in un certo arco temporale;
- alti costi di gestione, perché la complessa struttura di opzioni call e put per costruire Buffer e cap comporta delle spese più elevate rispetto alla norma. Alla fine, è importante valutare quanto tali spese incidano sulla performance finale. Se cioè la protezione che l'ETF offre giustifichi i costi sostenuti.