C’è un virus che lentamente si sta propagando dagli Stati Uniti verso il resto del mondo colpendo le scadenze ultra lunghe del mercato obbligazionario. E così, dopo i Treasury a 30 anni saliti al 5% di rendimento, anche i titoli di stato giapponesi toccano il massimo degli ultimi 40 anni con il trentennale sopra il 3%.
Movimento arrivato per una serie di motivi. Dallo scarso appeal esercitato dalle obbligazioni locali nell’ultima asta di titoli a 20 anni con richieste di appena due volte e mezzo l’offerta, il livello di copertura più basso dal 2012, passando per un ‘inflazione ormai stabilmente sopra al 3% a fronte di una Banca centrale che invece mantiene i tassi allo 0,5% per evitare rivalutazioni eccessive nello yen e rallentamento della domanda interna.
Ma soprattutto esiste il timore che un rialzo dei tassi finisca per pesare troppo sulle casse pubbliche visto l’imponente debito pubblico. E così il rischio che si presenta in assenza di attività di QE da parte della BoJ (anzi in questo momento il bilancio dei titoli dimagrisce per volontà della Bank of Japan riducendo ulteriormente la domanda di bond) è quello di una fuga in avanti dei rendimenti, innescando tensioni su tutti i mercati obbligazionari mondiali visto il peso dei J Bond nei benchmark obbligazionari.
L’assenza di manovre sui tassi a breve impedisce allo yen giapponese di rivalutarsi nonostante un differenziale di tasso meno sfavorevole sulle scadenze lunghe e così, gli ETF che investono in J Bond, privati di questo cuscinetto a compensazione stanno vivendo un momento particolarmente complesso.
ETF Bond giapponesi: il Paese deve fronteggiare uno scenario completamente nuovo
Va detto che qualsiasi ETF obbligazionario globale ha in portafoglio una quota di bond giapponesi, solitamente con duration molto lunghe a causa di rendimenti modesti. Ad esempio, iShares Global Government Bond contiene al suo interno circa un 13% di bond giapponesi che naturalmente stanno deprimendo le performance del prodotto.
Ma esistono sul mercato anche ETF che investono esclusivamente in bond giapponesi e qui si sta assistendo ad un ulteriore peggioramento di un quadro cominciato diversi anni fa. Prima con la svalutazione dello yen e poi con il graduale ma inesorabile aumento dei rendimenti colpendo duramente ETF a lunga duration come questo.
Xtrackers Japan Government Bond è uno di questi prodotti dedicati all’investimento diretto in yen.
ETF con quasi 300 milioni di euro di masse amministrate e che investe su tutte le scadenze di bond statali giapponesi; attualmente ha una duration media superiore a 10. E quando in portafoglio hai titoli a duration ultra lunga e i tassi salgono rapidamente come sta accadendo ora, le minusvalenze fioccano.
Un titolo di stato giapponese a 20 anni solo un anno fa rendeva l’1,8% oggi offre 80 punti base in più. Abbastanza facile immaginare quanto possa aver impattato sul prezzo di questi titoli il movimento dei tassi recente. L’ETF di Xtrackers che negli ultimi 5 anni ha fatto registrare un calo di prezzo del 40%. La performance dal lancio del 2013 è ancora negativa per oltre il 20% nonostante le (scarse) cedole incassate.
Non possiamo conoscere in anticipo quando i ribassi termineranno, ma è evidente che assumere posizioni lunghe sul mercato obbligazionario giapponese non ha offerto quella protezione ricercata dagli investitori a causa di un panorama completamente nuovo con il quale si trova a che fare il Giappone. Tanto debito e inflazione. Il mercato obbligazionario e la valuta sono le prime valvole di sfogo.