Il mercato azionario cinese è indubbiamente una bella sorpresa di questo inizio di 2025 assieme a quello europeo. I tanti ETF quotati sulla Borsa Italiana hanno realizzato interessanti performance e per questo mi concentrerò proprio sugli strumenti passivi con sottostante il classico indice Msci China.
Prima di vedere l’aspetto grafico degli ETF che investono sull’azionario cinese, vale la pena annotare cosa sta accadendo a Pechino e dintorni.
La deflazione rimane un tema pressante per Banca centrale e Governo. La volontà di entrambe le parti è cercare di alleviare questo problema cronico, tagliando i tassi di interesse come è stato fatto la scorsa settimane e favorendo nuove misure cicliche pro crescita in grado di spingere i consumi interni. I tassi reali, quindi la differenza tra tassi nominali e inflazione, rimangono però troppo alti e nuovi interventi potrebbero essere necessari anche per rivitalizzare il catatonico settore immobiliare.
Ovviamente l'incertezza legata alle tensioni commerciali con gli Stati Uniti pesano, ma almeno in Borsa la Cina sta ripagando la fiducia degli investitori.
ETF Cina capitalizza la sfiducia in Trump
Un nuovo piano di rilancio dei consumi che passerà probabilmente anche da una riforma fiscale annunciata di recente da Pechino, ma come altri piani del passato sarà necessario attendere le decisioni operative per capire se veramente c’è la reale intenzione di alimentare la crescita del reddito della classe media e quindi dei consumi.
Lo yuan cinese, nel frattempo, rimane debole pur allontanandosi dai minimi, in un contesto di tassi di interesse globali che tornano a salire soprattutto in America allontanandosi dai livelli depressi dei rendimenti cinesi.
Ma proprio i mercati dove i tassi di interesse sono già in calo da tempo stanno beneficiando del clima di incertezza e diffidenza che avvolge le decisioni di Donald Trump.
La trade war sembra quindi vedere tra i suoi vincitori anche quel mercato azionario cinese che, nella versione Msci, si è riportato ai livelli pre Covid seppur ancora lontano dai massimi del 2021.
Xtrackers Msci China: test dei massimi dal 2023
L’ETF Xtrackers Msci China ha una profondità storica che ci permette di apprezzare non solo il balzo da ottobre 2024 in avanti pur caratterizzato da qualche correzione importante, ma anche il ritorno su livelli che da fine 2021 hanno sempre impedito all’ETF di rivedere i massimi di quell’anno. Al momento il recupero ha ricucito un deficit di performance sulla distanza temporale dei 5 anni con un bilancio ora flat.

Riuscire ad abbattere definitivamente il massimo di gennaio 2023 potrebbe formalizzare un doppio minimo con conseguenze che facilmente stimabili in caso di successo.
Beni di consumo, finanza e telecomunicazioni rappresentano insieme il 70% di un portafoglio di un ETF dove Tencent e Alibaba da sole coprono il 25% del totale influenzando nel bene o nel male le prestazioni dello strumento.
Situazione tecnica, comunque, favorevole alla Borsa cinese che nei prossimi mesi potrebbe trovare spunti positivi da un alleggerimento della pressione commerciale degli Stati Uniti, ma anche da una politica di riduzione dei tassi americani di fronte al pericolo recessione.
Scenario che indebolirebbe il dollaro e favorirebbe mercati esteri come appunto quello cinese.