L’India continua a rappresentare un motore di crescita importante per diversi indici emergenti, con rialzi che nell’ultimo anno hanno superato il 30%. L’importanza dell’India la si nota anche nei pesi sempre maggiori che, a discapito della Cina, le azioni indiane stanno conquistando all’interno del celebre indice MSCI Emerging Market. Un progresso che almeno in parte ha saputo controbilanciare il declino cinese a livello di performance generale dell’indice contribuendo a migliorare la diversificazione dell’investimento in quest’area.
MSCI, FTSE e Nifty, 3 modi per investire sull'India
L’alternativa all’indice MSCI India potrebbe essere l’indice FTSE proposto sul mercato italiano solo da Franklin Templeton in versione ETF. I costi molto bassi (0,19%) rispetto agli altri ETF che replicano l'MSCI spiegano la migliore performance dello strumento negli ultimi 3 anni. A questo si aggiunte una composizione settoriale leggermente diversa come, ad esempio, per il settore finanziario dove FTSE risulta sottopesato rispetto a MSCI di circa 4 punti percentuali. Premiante in questa fase di mercato.
Va comunque segnalata una certa dispersione di performance anche tra gli ETF che replicano lo stesso indice MSCI. Un’anomalia non dovuta ai costi, ma evidentemente da una certa complessità nel gestire indici come quello indiano da parte dei replicanti passivi.
In alternativa a MSCI o FTSE gli investitori che vogliono cavalcare la crescita indiana possono però rivolgersi anche all’equivalente dell’Eurostoxx 50 europeo, ovvero il Nifty 50 offerto in versione replica sintetica da Xtrackers pur con un costo decisamente elevato (0,85% all’anno).
Quali sono le differenze tra le diverse soluzioni?
Quali sono le differenze principali tra questo ETF di Xtrackers e gli altri che replicano gli indici MSCI? Nel confronto a 5 anni l’indice MSCI è vincente rispetto al Nifty di circa il 13% (76% vs 63% - dati al 26 aprile 2024) con una volatilità simile. La composizione settoriale fa la differenza. Mentre MSCI vede la finanza come primo settore al 23% seguita dal tech al 13%, all’opposto il Nifty 50 ha un peso di quasi il 30% di tecnologia contro appena l’8% di finanziari.
Oltre a queste differenze di composizione che influiscono sulla performance, la diversificazione stessa degli indici ha la sua importanza. Già tra indice FTSE e MSCI la differenza è notevole. I 131 constituents dell’indice MSCI India sono quasi la metà degli oltre 200 titoli di FTSE e più del doppio dei 50 titoli più capitalizzati e liquidi (blue chip) del Nifty. Nifty 50 che copre circa il 65% della capitalizzazione di mercato della borsa indiana contro l’85% coperto dall’indice MSCI.
Tre indici per investire nello stesso paese ma con sfumature diverse. Poche grandi capitalizzazioni per il Nifty 50, una maggiore diversificazione di stile per MSCI e ancora più spinta per FTSE.
iShares offre un ETF da oltre 3 miliardi di euro prosciugando molta della concorrenza di altri gestori. Il secondo ETF per capitalizzazione è Amundi, con quasi 1 miliardi di euro di Asset under management. Interessante anche l’ETF che replica l’indice FTSE di Franklin Templeton con oltre mezzo miliardo di euro di capitalizzazione. Xtrackers e il suo Nifty si fermano invece poco sotto i 200 milioni di euro, numeri comunque che dovrebbero garantire il rischio delisting dello strumento per i prossimi anni.