-
Vivere di rendita è un sogno che ogni persona coltiva fin dalla giovane età. Ma quanti soldi servono per raggiungere questo obiettivo?
-
Per raggiungere l'indipendenza finanziaria la regola base dice di moltiplicare per 25 le spese annuali ma attenzione ai fattori di disturbo
-
Investire il denaro è necessario per rendere possibile il piano, investire in azioni è passaggio obbligatorio per aumentare probabilità successo
Una delle più affascinanti narrazioni che colpiscono l’immaginario di un risparmiatore titubante è quella che investendo nel prodotto X e nel prodotto Y verrà nel tempo garantito un reddito passivo o addirittura una rendita in grado di assicurare un disimpegno parziale o totale dal lavoro.
Non esistendo pasti gratis in finanza è naturale che nell’era dei tassi zero o negativi arrivare ad ottenere un traguardo così ambizioso richiede o tanto capitale, ma veramente tanto, oppure una dose di rischio difficilmente sostenibile da chi basa i propri sogni e speranze esclusivamente sugli investimenti.
In questo articolo voglio proprio riportare un pò di sano realismo mettendo in chiaro come un 2% ottenuto sul mercato obbligazionario o un 6% sull’azionario (quello che ci serve per raggiungere una soglia del 4% di rendimento per un portafoglio 50/50) non è cosa facile al giorno d’oggi. Soprattutto rappresenta un obiettivo alquanto ambizioso se vogliamo rendere questo numero spendibile al netto di tasse, costi e inflazione. Solo dopo questa pulizia potremo fare calcoli e ragionamenti realistici. Ho detto 4% e non è casuale. Tra poco capiremo perché. Ma faccio un passo indietro andando sulla cosiddetta 4% Rule.
Secondo la cosiddetta regola del 4%, quando abbiamo accumulato tanto capitale sufficiente a finanziare le nostre spese annue moltiplicate per 25 allora possiamo dire che la cosiddetta indipendenza finanziaria è raggiunta. C’è però un piccolo e non irrilevante particolare: l’età in cui riusciamo a racimolare un capitale 25 volte superiore alle spese annuali della nostra famiglia.
Supponiamo ad esempio di avere 50 anni. Chi non vorrebbe staccare tutto e godersi la vita? Bene supponiamo di essere stati dei bravi risparmiatori ed aver racimolato 750 mila euro. Le spese annue della nostra famiglia si aggirano attorno ai 30 mila euro. Secondo la regola, 30.000 x 25 = 750.000 euro. Abbiamo raggiunto l’obiettivo dell’indipendenza finanziaria. Sembrerebbe tutto ok.
A questo punto possiamo avere due alternative. Investire questi soldi prelevando 30 mila euro l’anno oppure lasciarli fermi a rendimento zero.
Nel mondo perfetto ovviamente abbiamo 25 anni di prelievi davanti a noi. A 75 anni però i nostri soldi sarebbero finiti. Forse avremo una pensione modesta ma nessun risparmio. Con almeno un’altra decina di anni davanti ed il rischio di sopravvivenza che incombe su noi e l’eventuale coniuge, abbiamo già capito che questa ipotesi scolastica non funziona. Anche partendo 10 anni dopo a 60 anni non riusciremmo comunque ad andare oltre gli 83 anni. Non riusciremmo ancora a sfuggire all’auspicabile sopravvivenza.
Il mondo non è poi perfetto ed esiste uno spiacevole effetto collaterale che si chiama inflazione. Pur ipotizzandola bassa (1% anno), la perdita di potere d’acquisto ci ruberà 2 anni. A 73 anni tutto finito prelevando 30 mila euro l’anno. Sempre peggio.
Facciamo allora un passettino indietro. Prendiamo i soldi e proviamo ad investirli. Ipotizzando un rendimento medio annuo del 2% (al netto dei costi) con inflazione al 1% guadagneremo 5 anni. Il nostro capitale sarà esaurito a 80 anni. Ancora una volta non scongiureremmo il rischio sopravvivenza. Proviamo allora con un 4% netto ed ecco che le cose vanno molto meglio. L’ultimo prelievo lo faremo all’età di 98 anni.
Quello che vi ho detto pone pone un enorme problema. Considerando le aspettative di rendimento attualmente insite nel mercato obbligazionario ed azionario mondiale, per realizzare l’obiettivo del 4% dobbiamo investire almeno metà del patrimonio in azioni.
Siete disposti ad assumervi questo rischio per vivere di rendita?