Il dollaro ha messo in archivio uno dei peggiori mesi di novembre degli ultimi 10 anni. Con un calo rispetto all’euro di quasi il 6%, i mercati hanno espresso la loro opinione su cosa si aspettano da Powell e la Fed nell’ultimo meeting di politica monetaria del 2022. Lo stesso Presidente della Fed ha del resto già confermato che le aspettative sono quelle giuste, ovvero un rallentamento nel passo di rialzo del costo del denaro. Sfumata la possibilità di assistere ad aumenti di 75 punti base, ora si guarda con una buona dose di sicurezza ai 50 punti base, ma con la speranza che l’inizio del 2023 possa portare buone notizie con un ulteriore allentamento nel restringimento dell’accesso al credito.
Un solo dato di inflazione inferiore alle aspettative è bastato ai mercati per entrare in una versione semi euforica che ha permesso ad azioni e obbligazioni di recuperare parte del terreno perso nel 2022. Come sempre accade in questi momenti, gli eccessi potrebbero essere dietro l’angolo e basterà una notizia diversa da quello che si aspettano mercati e Fed per scatenare movimenti di segni opposto.
In arrivo nuova finestra favorevole?
Il ridimensionamento delle aspettative di aumento dei tassi si è tramutato in un ripiegamento dei tassi a breve scadenza, quelli più sensibili alla politica monetaria, e quelli a lunga scadenza, quelli più sensibili all’inflazione. Per le obbligazioni la notizia è positiva perché quando scendono i rendimenti salgono i prezzi. E così è stato per gli investimenti in titoli di stato americani come l’ETF iShares Treasury 1-3 anni total return che investe in governativi USA.
L’investitore italiano che non ha investito su questo strumento coprendo il cambio, quindi in versione eur hedged, deve però fare i conti con una brutta notizia. Il rialzo dei prezzi delle obbligazioni è stato più che compensato dal violento ribasso del dollaro. E così l’effetto valutario ha messo in seria difficoltà un ETF che negli ultimi 10 anni ha vissuto una tendenza solidamente rialzista.
Il grafico è illuminante da questo punto di vista e suggerisce anche l’opportunità di non entrare in fase panico, ma di attendere ulteriori e prevedibili limature verso il basso (probabilmente a causa di una ulteriore svalutazione del dollaro) prima di aumentare l’esposizione. Il prezzo di questo ETF che tiene conto di cedole reinvestite (total return) potrebbe così scivolare poco sotto quota 100 euro in quello che sarebbe un tipico movimento di correzione all’interno di un trend rialzista. Come quelli già visti nel 2020, nel 2017 e nel 2012-2013.
Un ottimo strumento per chi vuole diversificare l’investimento valutario con i titoli di stato più sicuri al mondo e con un rischio di tasso (duration) molto limitato. Un po' di pazienza e un’altra finestra favorevole presto potrebbe aprirsi per l’investitore.