I consumi discrezionali sono rappresentati da quella componente di spesa che comprende beni e servizi non ritenuti essenziali per la vita quotidiana. All’interno di questo settore troviamo automobili, beni durevoli per la casa, forniture ricreative, giocattoli, tessile e abbigliamento. Servizi come hotel, ristoranti, strutture ricreative e casinò, fornitori di servizi educazionali e di allenamento. Per questo motivo l’evoluzione del settore è particolarmente influenzata dall’andamento ciclico dell’economia. Il lusso è un sottosettore che rientra all’interno dei consumi discrezionali. Entrambi questi temi possono essere coperti investendo in ETF dotati anche di una certa storicità.
La sottoperformance con l'MSCI World è impietosa
Per gli investitori gli ultimi 3 anni sono stati però deludenti in termini di rendimenti, con il settore del lusso e quello dei beni discrezionali che anche negli ultimi 12 mesi hanno seguito una parabola simile. Se confrontati con i tradizionali indici MSCI World, l’ETF Xtrackers MSCI World Consumer Discretionary nell’ultimo triennio ha raccolto il 7% quanto a performance. Una performance che è sempre meglio del -8% raccolto dall’ETF Amundi S&P Global Luxury.
Confrontando l’andamento dei due settori con l’azionario mondiale comprendiamo subito quanto dazio è stato pagato. L’ETF iShares Core MSCI World infatti negli ultimi 3 anni ha raccolto una performance del +30%, con un +20% negli ultimi 12 mesi.
Andando diretti sul grafico dell’ETF che investe nelle società attive nei consumi discrezionali possiamo vedere chiaramente la correzione in corso arrivata dopo l’avvicinamento ai massimi del 2021. Il mercato adesso sta testando la up trend line che guida il rialzo dal 2020. Scendervi sotto metterebbe in archivio il bull market di un settore che vede Amazon come prima società per peso con il 27% sul totale, seguita da Tesla (8%), Home Depot (5%) e Toyota, LVMH e McDonald’s al 3%. Geografia simile a quella di un tradizionale azionario mondiale con America vicina al 70% seguita da Giappone al 10%.
Alcune azioni di questo ETF le ritroviamo nell’altro tipico strumento che investe in società operative nell’universo non discrezionale. L’ETF Amundi Global Luxury graficamente sta entrando in una zona molto delicata dopo il taglio ribassista della media mobile di riferimento. Siamo in zona minimi del 2022 e del 2023 e anche in questo caso la divergenza con l’andamento dei mercati azionari mondiali è evidente.
Il settore non tira in borsa e società come Hermes, Ferrari, Richemont, LVMH, Mercedes e Tesla non hanno creato le premesse per guadagnare denaro negli ultimi 3 anni. In questo caso geograficamente il peso degli Stati Uniti è inferiore alla media (40%), seguita da Francia (23%) e Italia (10%).
Per tutti e due questi gli ETF il momento è indubbiamente delicato. La forza relativa non è delle migliori ed ulteriori ribassi metterebbero in seria discussione tutta la struttura di un rialzo che dopo il periodo pandemico è stato molto avaro di soddisfazioni. I ricchi, insomma, almeno per quello che riguarda le società quotate in borsa non ridono.