Il settore dei consumer staples è stato messo sotto la lente da chi vi scrive in diverse occasioni. Su investire.biz l’ultima volta fu in un articolo di inizio gennaio nel quale mettevo in evidenza l’opportunità di ingresso che si stava sviluppando qualora il mercato avesse preso una certa direzione correttiva. Che è arrivata.
In quell’articolo conclusi così: il settore ha toccato nelle scorse settimane un massimo storico che potrebbe però offrire una bella finestra di ingresso ai ritardatari con un movimento correttivo che saprebbe tanto di pull back sulla precedente resistenza ora supporto. Un settore che mi sento di annoverare tra quelli che meriterebbero a certe condizioni una porzione del portafoglio azionario mondiale a meri scopi difensivi qualora ci fosse qualche possibilità di dover riscattare tutta o una parte dell’investimento azionario.
Quelle condizioni stanno prendendo corpo come vedremo tra poco sul grafico dell’ETF che uso come punto di riferimento, ovvero l'Xtrackers MSCI World Consumer Staple.
Il settore borsistico che replica l’andamento delle società impegnate nella produzione e commercializzazione dei beni di prima necessità dei mercati sviluppati di tutto il Mondo sta vivendo un momento difficile.
Dietro le difficoltà vi sono soprattutto le tensioni commerciali globali innescate dai dazi imposti dall’amministrazione americana. Una trade war la cui dinamica per molti Paesi è ancora incerta, per altri molto penalizzante. Cina da un lato, Svizzera e Brasile dall'altro ne sono chiare dimostrazioni.
La correzione dei prezzi è stato un fattore che ha caratterizzato le scorse settimane nonostante i nuovi massimi storici registrati a Wall Street e da diversi indici di Borsa. E come vediamo dal grafico ci stiamo avvicinando a una zona di supporto molto interessante in ottica di accumulazione dell’ETF in chiave strategica.
Grafico ETF Xtrackers MSCI World Consumer Staple
Per i due terzi rappresentato da azioni americane come WalMart, Costco, Coca Cola, Procter & Gamble, Philip Morris, il paniere contiene anche importanti multinazionali europee come Nestlè, Unilever e L’Oreal.
Negli ultimi 5 anni l'ETF ha raccolto molto poco se confrontato con il resto del mondo azionario. Dal Covid in avanti la performance è stata del 35%, decisamente deludente se confrontata con il +90% dell’azionario globale nel suo complesso.
Gli indici di valutazione del settore ci parlano di un comparto non a sconto visto un rapporto prezzo/utili di 25, con un rapporto tra prezzo e valore di libro che sfiora quota 6X. La costruzione dell'ETF è indubbiamente concentrata. Le prime 10 partecipazioni pesano per il 60% del totale. Vi è però da evidenziare come il paniere tematico sia composto da campioni i cui brand hanno fatto la storia del commercio mondiale. Generatori di cash flow stabile.
Nel complesso si tratta del tipico ETF difensivo: terminata questa fase di incertezza commerciale tornerà a macinare utili per i propri azionisti offrendo una stabilità convincente anche in termini di volatilità all’investitore cassettista.