Le Borse del blocco est europeo, esclusa naturalmente quella di Mosca, hanno subito sell off importanti. La perdita in un solo mese ha superato il 20%, ma come sempre accade in questi casi il panico potrebbe nascondere degli eccessi interessanti da valutare per chi intende speculare su questi mercati avvolti dal pessimismo.
L’invasione russa dell’Ucraina ha provocato inevitabili vendite di tutti gli asset dell’Est Europa. Da quelli polacchi a quelli ungheresi fino a quelli cechi, valute, bond e azioni dell’area hanno avuto solo la direzione discendente. Se le valute locali nell’ultimo mese hanno perso tra l’8% e il 12%, per i listini da inizio anno il drawdown ha già toccato il 20%.
Lo sfondamento russo oltre i confini ucraini, ma anche l’inevitabile impatto negli utili delle banche e imprese locali legate a doppio filo con le economie di Russia e Ucraina preoccupano. A preoccupare sono anche le Banche centrali locali per un tasso di inflazione che ora rischia di esplodere per l’aumento dei costi di materie prime agricole e energetiche.
ETF: investire su eccesso sentiment negativo delle Borse dell'Est Europa
L’ETF quotato a Milano Lyxor MSCI Eastern Europe ex Russia (ISIN LU1900066462) è l’ideale punto di osservazione per capire l’impatto della guerra sulle Borse locali. Il sottostante non include le azioni russe oggetto di cancellazione da tutti i principali indici da parte dei provider. Quindi abbiamo a disposizione la reale temperatura della paura percepita dai mercati circa una degenerazione dell’evento bellico.
Il prodotto di Lyxor è ingabbiato da 10 anni all’interno di un range la cui parte superiore è stata testata proprio a inizio 2022. Poi il pesantissimo calo che sta riportando le quotazioni verso quella zona compresa tra 12 e 14 euro. Quello sarà probabilmente il momento giusto per intervenire sfruttando l’eccesso di sentiment negativo.
L’ETF ha una storia recente essendo stato quotato nel 2019. Replica sintetica e costo di 0,5% per anno con un patrimonio di oltre 150 milioni di euro completano il panorama. Il tracking error è eccellente non avendo mai superato lo 0,06% rispetto al benchmark dichiarato.
Andiamo però alla composizione geografica e settoriale. La Polonia fa la parte del leone con i due terzi del portafoglio coperti da azioni quotate a Varsavia. Il resto è suddiviso tra Ungheria (22%) e Repubblica Ceca (12%).
A livello settoriale il settore finanziario fa la parte del leone con la metà del portafoglio occupato dai finanziari. Seguono società legate al mondo dell’energia (12%), beni di consumo, utility e telecomunicazioni al 8%. Naturalmente un prolungamento della guerra in Ucraina potrebbe continuare a rappresentare un fattore di disturbo per questo ETF. Quando però il sentiment è così negativo essere contrarian non è mai una cattiva idea e quindi una paziente opera di accumulazione potrebbe non rappresentare una strategia sbagliata.