Nelle settimane precedenti e, soprattutto, successive alle decisioni dell’amministrazione Trump in materia di dazi commerciali, i mercati delle materie prime hanno registrato forti pressioni ribassiste. Petrolio, rame e gas naturale – tutte commodity strettamente legate al ciclo industriale – hanno visto una contrazione della domanda, con un conseguente calo delle quotazioni.
Forex: sotto pressione le valute legate alle materie prime
Una dinamica simile si è manifestata anche sul fronte valutario, in particolare sulle cosiddette commodity currency. Dollaro australiano e canadese, insieme a valute di Paesi emergenti come il rand sudafricano, sono state penalizzate in quanto economie fortemente dipendenti dall’export di materie prime.
A peggiorare il quadro, per gli investitori europei, ha contribuito l’apprezzamento dell’euro, salito fino a quota 1,14 contro il dollaro, con un effetto domino anche sulle valute delle commodity currency, aumentando la pressione ribassista sulle borse quando espresse in euro.
Australia e Canada: il punto sulle due Borse
Gli ETF che replicano due indici di riferimento a livello globale, come quelli relativi ai mercati australiano e canadese, hanno anch’essi subito ribassi significativi. In questo contesto, è opportuno analizzare lo scenario tecnico attuale per comprendere le prospettive dei prossimi mesi.
Australia: pressione ribassista ma potenziale di rimbalzo
La Borsa australiana è replicata da diversi ETF, tra cui quelli offerti da Amundi e iShares. In particolare, l’Amundi Australia S&P/ASX200 – a replica sintetica dell’indice principale – evidenzia un bilancio negativo su base triennale, nonostante l’elevato livello di dividendi distribuiti, che rendono l’Australia uno dei mercati più generosi da questo punto di vista. I settori più rappresentati sono quello finanziario (33%) e minerario (20%).
Dall’analisi grafica dell’ETF emerge un ritracciamento superiore al 20% dai massimi storici, con una fase di stabilizzazione in prossimità dei livelli pre-Covid e dei massimi del 2015. Tale zona potrebbe rappresentare una solida base tecnica da cui potrebbe partire un nuovo impulso rialzista, soprattutto in caso di segnali di ripresa da parte del comparto delle materie prime.
Canada: occhi su un livello chiave di lungo periodo
Anche la Borsa canadese ha subito una correzione marcata, ulteriormente aggravata dalla debolezza della valuta locale. L’ETF di Xtrackers che replica l’indice MSCI Canada mostra un rendimento marginale su base triennale. Anche in questo caso, la composizione settoriale vede una forte incidenza del comparto finanziario (34%) e di quello energetico (16%).
Il grafico dell’ETF evidenzia un ritorno sui livelli dei massimi del 2022 e, soprattutto, sulla trendline ascendente avviata dai minimi toccati durante la fase acuta della pandemia da Covid-19. Un supporto tecnico di rilievo che potrebbe fungere da spartiacque per le prossime evoluzioni del mercato.
Quali opportunità tattiche per l’investitore europeo?
I due ETF analizzati – rappresentativi di economie fortemente legate al ciclo economico globale e all’andamento delle materie prime – si trovano in una fase tecnica cruciale. La svalutazione delle rispettive valute ha amplificato i ribassi, offrendo, per contro, un possibile punto di ingresso tattico per l’investitore europeo. In un contesto di crescente attenzione al ciclo globale e alla ripresa del comparto delle commodity, queste due Borse potrebbero offrire interessanti opportunità di medio periodo.