Borsa cinese sotto pressione nell'ultima settimana a causa della politica ostile di Trump sui dazi, ma intanto arriva sul mercato italiano l’ETF che permette di investire con una modalità di replica sintetica nelle società cinesi quotate alla Borsa di Shanghai o alla Borsa di Shenzhen a media e piccola capitalizzazione.
Xtrackers si mette in prima fila con l’innovativo ETF CSI500 swap che permetterà all’investitore di presidiare un comparto fino ad ora non investibile se non attraverso le blue chip raggruppate nel ben più celebre CSI300 di cui parleremo tra poco.
Come indicato nel KID dell’ETF Csi500 Swap, l'universo di selezione dell'indice include tutte le azioni A e le ricevute di deposito cinesi emesse dalle aziende Red-Chip quotate alle Borse valori di Shanghai e Shenzhen e che soddisfano determinati requisiti. Con un costo di 0,35% annuo da oggi gli investitori possono quindi investire in Cina come sul mercato americano dove al tradizionale S&P500 si affianca il Russell 2000 rappresentativo delle società a media e piccola capitalizzazione.
ETF Borsa Cina: il bull market non è ancora in discussione
Ma torniamo al ben più consistente, quanto a capitalizzazione, Xtrackers Csi300. I segnali grafici sono molto incoraggianti. Il bull market ha trovato proprio nel 2024 un eccellente sostegno con un doppio minimo che non solo è stato formalizzato, ma ha rilanciato l’azione prima del pesante storno degli ultimi giorni.

L’intervento prima timido, poi più deciso della Banca centrale cinese in coordinamento con il Governo ha favorito una ripartenza ora messa in discussione dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti.
La deflazione che attanaglia la Cina viene combattuta con ripetuti ribassi nei tassi combinati ad una svalutazione per ora ordinata dello yuan. Il Governo centrale ha promosso piani di rilancio per il settore immobiliare, ma anche di stimolo alla domanda interna con l’obiettivo di far uscire la Cina dalle secche di un rallentamento che rischia di rovinare i piani di crescita di Xi. Trump in tal senso sta colpendo la Cina nel momento forse più delicato degli ultimi anni.
La rappresentazione grafica dell’ETF tiene ovviamente conto dell’effetto cambio, ma se andassimo a vedere l’andamento dell’indice Csi 300 quotato in Cny, quindi in valuta locale, scopriremmo che quel doppio minimo si è sviluppato poco sopra i minimi del 2016 e del 2018. Un contesto quindi favorevole per una ripartenza se la correzione in corso si esaurirà come pull back. Il bull market ancora non è evidentemente in discussione.
Se proprio colui che doveva essere il nemico numero 1 dell’economia cinese, ovvero Trump, sarà il principale precursore di una rinascita di quel mercato azionario sprofondato dopo il Covid sarà il tempo a dircelo.
Certamente in un’era dove gli Stati Uniti soffrono di eccessive valutazioni e iperconcentrazioni gettare uno sguardo a Oriente verso Borse non certamente ipercomprate risulta interessante. Anche in vista di un ribaltamento delle alleanze politiche ed economiche.
Un'opportunità oggi sfruttabile anche con strumenti in grado di presidiare il comparto delle piccole e medie capitalizzazioni per avere una copertura e diversificazione più completa ed efficace.