E se il tech americano si prendesse una pausa per passare il testimone a quello cinese? Questa domanda è legittima dopo che la nuova app di intelligenza artificiale cinese DeepSeek, a sorpresa, ha sconvolto il mondo dell’AI in un momento in cui i player americani sembravano i padroni incontrastati di un settore in netta espansione.
Quali saranno le evoluzioni tecnologiche in questo campo è ovviamente impossibile da prevedere vista la velocità delle innovazioni e le continue sorprese, ma la Cina ha decisamente sparigliato le carte e quell’imponente ritardo relativo che gli indici azionari cinesi legati alla tecnologia hanno accumulato quanto a performance rispetto a quelli americani giustificherebbero uno spostamento di flussi di investimento verso Oriente, anche per una mera questione di convenienza nelle valutazioni.
Ci sono diversi ETF che investono nel settore tech cinese, tutti molto giovani quanto a data di quotazione, ma comunque con uno storico che ci permette un confronto almeno a 3 anni.
ETF Tech Cina: i prodotti per investire
Prendendo come riferimento, ad esempio, l’ETF iShares Msci China Tech lanciato nel 2021 e mettendolo a confronto con Xtrackers Msci World Tech, scopriamo l’abisso scavato dalla tecnologia prevalentemente americana rispetto a quella cinese. A distanza di 3 anni, infatti, l’ETF di Xtrackers guadagna il 23% contro il -3% della tecnologia cinese replicata da iShares.
Nell'ultimo anno gli equilibri sono però decisamente cambiati. La Cina guadagna il 18%, l'azionario tech globale fa segnare -5% con un profondo rosso da bear market nel 2025. ETF questo di BlackRock non molto capitalizzato (meno di 100 milioni di euro) e che replica l'indice MSCI China Technology Sub-Industries ESG Screened Select Capped.
A replica fisica totale, l’ETF non è mai stato in territorio positivo quanto a performance ed è rappresentato da circa 150 azioni con le prime 10 che da sole fanno oltre la metà del paniere. Un misto settoriale con informatica, beni voluttuari e telecom a spartirsi la torta.
Tra le prime società troviamo marchi conosciuti anche al pubblico europeo come Xiaomi, Tencent e Alibaba. Ma anche Baidu, Lenovo JD.com si affacciano nelle top ten.
In linea con la media di rapporto prezzo utili degli indici più maturi dei mercati sviluppati (siamo al momento attorno a 20) questo ETF ha però un difetto non irrilevante per chi deciderà di utilizzarlo come strumento di investimento. La volatilità media annua dell’ultimo triennio è stata infatti del 36%, un fattore che inevitabilmente drena rendimento nel corso del tempo.
Rimane comunque una evidente sottovalutazione rispetto al benchmark tecnologico mondiale che al momento prezza ben 40 volte gli utili, valori che richiamano in un certo senso i valori di altre epoche come confermato anche da un altro indicatore di valutazione fondamentale, ovvero il rapporto prezzo patrimonio contabile oltre quota 8.
Un ETF quindi ideale per chi vuole costruire un paniere più diversificato geograficamente di sole aziende tecnologiche in un'era di aperta guerra commerciale. Non va però dimenticata la volatilità e gli inevitabili rischi che le aziende cinesi si portano dietro quanto a regolamentazioni e management.