Il mercato azionario di Hong Kong ha subito una pesantissima pressione in vendita nel mese di luglio. Le perdite sono risultate in doppia cifra ed ancora una volta la Cina mette lo zampino nell’ex colonia britannica. L’Hang Seng risulta oggi uno degli indici di Borsa più ricchi in termini di dividend yield potenziale (2,5%) e soprattutto il rapporto prezzo/utili atteso per i prossimi 12 mesi è allettante con il suo 10x.
All’interno dell’Hang Seng c’è un settore che è stato massacrato dalle vendite ed è quello tecnologico. Nell’ultimo mese le vendite hanno assunto il settore della capitolazione con cali superiori al 20%. Ma cosa è successo a luglio sulla Borsa di Hong Kong?
Il Presidente americano Biden aveva già allertato le aziende statunitensi sulla pericolosità di lavorare nell’ex colonia britannica proprio per le pericolose ingerenze di Pechino. E la Cina aveva già battuto un primo colpo dando una stretta sull’educazione online e sull’accesso degli stranieri ad un giro d’affari che vale 120 miliardi di dollari.
Ma è stato martedì il giorno del vero colpo di cannone che ha fatto crollare Hong Kong. La Cina ha di fatto imposto a Tencent di interrompere i contratti di esclusiva con chi detiene i copyright musicali entro 30 giorni. Per non parlare poi degli attacchi ad un altro colosso privato presente negli indici di Borsa come Alibaba, dove il fondatore Jack Ma ha accusato il governo di Xi Jinping di soffocare l’innovazione tecnologica nel Paese.
Tech Cina: crollo quotazioni rischio o opportunità?
Immediate le reazioni di un mercato che ha alzato prepotentemente il premio al rischio per l’azionario asiatico. Ma questo crollo dell’azionario tech Made in Hong Kong potrebbe anche rappresentare uno sconto inatteso in un mondo azionario che fatica a vedere correzioni di un certo peso. In Italia è quotato un ETF di HSBC che replica proprio l’indice Hang Seng TECH. Dopo aver toccato un massimo assolto nel 2021 l’indice tecnologico della borsa asiatica è già distante il 40% dai massimi ed è ritornato sui livelli top del 2017
L’ETF che offre HSBC investe nei 30 principali titoli operativi nel settore tecnologico e anche in questo caso le valutazioni di prezzo/utile sono particolarmente interessanti considerando il lato growth dell’investimento (18). Estremamente concentrato in termini settoriali oltre che di società, l’ETF ha ovviamente un’esposizione totale al rischio cambio del dollaro di Hong Kong.
A livello di settori l’ETF vede naturalmente il settore internet quello con maggiore esposizione (44%) seguito da software, e-commerce e telecomunicazioni al 10%. Le prime 10 società del paniere rappresentano il 70% del peso complessivo e vedono Alibaba al primo posto con il 12% seguita da Sunny Optical, Xiaomi, Meituan e appunto Tencent con l’8%. Solo queste considerazioni ci fanno capire come al rischio naturale di volatilità associato agli investimenti in Paesi emergenti si aggiunge quello di forte concentrazione settoriale e soprattutto aziendale.
Questo indice tecnologico Made in Hong Kong dal 2015 al 2018 aveva saputo sovraperformare il Nasdaq 100 americano. Poi da quel momento si è spenta la luce in termini relativi. Basti pensare che la performance 5 anni sentenzia +150% per la Borsa di Hong Kong e +250% per il Nasdaq. Per chi crede nel recupero del tech asiatico questa potrebbe anche rivelarsi una ghiotta opportunità con rischi di volatilità delle performance da non sottovalutare.