Con l’arrivo della pandemia di Covid-19, i Governi dei principali Paesi del mondo hanno iniziato a porre sempre più attenzione alle tematiche ambientali. Con il Green Deal l’Eurozona vuole raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050, esattamente come gli Stati Uniti, mentre la Cina ha previsto di arrivare a tale target nel 2060. Per raggiungere questo traguardo è necessario che anche le società inizino un percorso di decarbonizzazione, che può venire finanziato tramite i cosiddetti Green Bond.
Queste obbligazioni vengono emesse per finanziare iniziative eco-compatibili, sono garantite dal bilancio dell’emittente e di norma hanno un rating investment grade. Per quanto riguarda il 2020, la maggior parte dei profitti di queste obbligazioni sono stati investiti in progetti energetici (93,6 miliardi di dollari), edilizi (70,6 miliardi di dollari) e per i trasporti (63,7 miliardi di dollari). Oltre a questo, sempre con riferimento allo scorso anno, è da segnalare come i Green Bond abbiano ottenuto rendimenti minori o uguali a quelli delle obbligazioni tradizionali.
Secondo gli esperti di Lyxor, questo indica che gli investitori cercano bond verdi di qualità comprovata. Anche se le dimensioni del mercato delle obbligazioni verdi è decisamente inferiore rispetto al totale di quello obbligazionario (3,7% delle emissioni e meno dell’1% del mercato obbligazionario), la domanda degli investitori per tali bond è in rapida crescita.
Diversi i fattori che spingono la richiesta, tra cui le iniziative politiche nazionali e internazionali che puntano ad allinearsi ai target degli accordi di Parigi, una crescente attenzione da parte degli operatori per gli asset verdi e sempre più società che cercano di trasformare i loro modelli operativi e di prodotto, beneficiando anche di vantaggi reputazionali.
Green Bond: la situazione del mercato e le previsioni degli analisti
Stando ai dati della Climate Bonds Initiative, nel 2020 le emissioni di Green Bond sono state di 290 miliardi di dollari, permettendo al mercato di superare i 1.000 miliardi di dollari in emissioni complessive dal suo lancio nel 2007. Da inizio 2021 i collocamenti si sono attestati a 124 miliardi di dollari.
Interessante evidenziare anche come dal 2015 il tasso di crescita medio annuo delle emissioni di obbligazioni verdi sia del 60% con gli Stati Uniti al primo posto dei collocamenti nazionali con 51,1 miliardi di dollari, Germania al secondo con 40,2 miliardi di dollari e la Francia al terzo con 32,1 miliardi di dollari. Al quarto posto la Cina, con 17,2 miliardi di dollari.
Secondo diversi analisti, le emissioni globali di Green Bond nel 2020 supereranno quelle del 2021. Gli esperti stimano come i collocamenti possano arrivare ad un range che va dai 310 miliardi di dollari a 500 miliardi di dollari, spinti soprattutto da Cina e Stati Uniti.
Gli addetti ai lavori sottolineano infatti come gli obiettivi di neutralità carbonica di questi due Paesi creerà un’enorme domanda per i finanziamenti verdi nel prossimo decennio. Questa ipotesi accresce di credibilità se si pensa che l’OCSE prevede che per raggiungere gli obiettivi climatici saranno necessari 6.900 miliardi di dollari al 2030.
Investire nei Green Bond con gli ETF: un esempio pratico
Per investire nei Green Bond si può guardare al Lyxor Green Bond (DR) UCITS ETF con ISIN LU1563454310, quotato su Borsa Italiana con il ticker CLIM IM. Lo strumento replica in maniera diretta l’andamento al rialzo e al ribasso dell’indice Solactive Green Bond EUR USD IG, rappresentativo delle obbligazioni in euro e in dollari USA di emittenti investment grade tra Governi, organizzazioni sovranazionali, banche per lo sviluppo e aziende per soli scopi di tutela del clima.
Il sottostante è un indice net total return (i dividendi vengono reinvestiti nel paniere, al netto delle tasse). Francia, Germania e Paesi Bassi occupano rispettivamente il 23,82%, il 13,88% e il 10,88% dell’allocazione geografica del listino. I titoli in portafoglio sono 518 e gli Asset Under Management sono pari a 583 milioni di euro (dato al 22/07/2021).
Questo ETF è il più grande al mondo sui Green Bond globali, è conforme all’Articolo 9 della SFDR ed è stato il primo della sua categoria ad essere quotato e a ricevere la Greenfin Label. Prima di essere incluse nei fondi di Lyxor, le obbligazioni verdi devono ricevere l’approvazione indipendente della Climate Bonds Initiative, che applica criteri del Climate Bonds Standard, a volte anche più rigorosi rispetto ai Green Bonds Principles dell'International Capital Market Association. La tipologia di progetti sostenuti dall’ETF nel 2020 sono stati di natura energetica (47%), edilizia verde (23,5%) e trasporti (19,2%).
Gli obiettivi raggiunti dall’ETF sui Green Bond di Lyxor, a colpo d’occhio
Nel 2020, i 550 milioni di euro investiti nell’ETF menzionato hanno permesso di risparmiare 438mila tonnellate di emissioni equivalenti di CO2, pari a quasi 95.000 auto in meno sulla strada. Oltre a questo, è stata finanziata una quantità di energia rinnovabile sufficiente ad alimentare circa 28.000 case, sono stati depurati 40.832 metri cubi d’acqua – pari a 16 piscine olimpioniche – e sono stati generati 442 MW di energie rinnovabili, pari al fabbisogno energetico di circa 28.000 case per un anno.
Gli investitori hanno, peraltro, già sostenuto 7 dei 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che mirano ad eliminare la povertà, combattere le disuguaglianze e il cambiamento climatico. Ognuno di questi obiettivi ha dei traguardi da raggiungere entro il 2030.
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