Uno degli ETF più longevi della storia, il celebre SPY di State Street SPDR ETF, ha superato la soglia dei 400 miliardi di dollari di capitalizzazione. Un numero arrivato insieme ai massimi storici raggiunti a Wall Street, ma anche per via dei flussi positivi sull’azionario americano. Lo scorso agosto ci sono stati oltre 67 miliardi di dollari di capitali in ingresso su ETF specializzati sull’equity a stelle e strisce. Siamo di fronte ad un saldo che in un solo mese ha superato i flussi positivi raccolti tra gennaio e maggio 2021.
ETF SPY: 100 miliardi di dollari in più ogni 1.000 giorni
Lo strumento è acquistabile anche in Italia (ISIN IE00B6YX5C33) ed in termini di costi è solo leggermente superiore ai competitor Vanguard e iShares che replicano sempre l’indice S&P 500. Stiamo parlando di 0,09% contro 0,07% di spese correnti annue su strumenti sui quali la liquidità non è un problema.
Quando si dice che gli ETF sono diventati delle materie prime ci si riferisce proprio a questo. L'azionario americano si compra a costo zero con una liquidità molto ampia su tutte le principali piazze di quotazione. Il sito ETF.com ha tracciato i tempi che sono stati necessari a SPY per raggiungere obiettivi psicologici di capitalizzazione. Ad esempio i 100 miliardi di dollari hanno richiesto 7.060 giorni per essere raggiunti a marzo 2012.
Per passare da 100 a 200 miliardi di dollari furono necessari solo 920 giorni con il traguardo raggiunto a dicembre 2014. Sono stati necessari 1.150 giorni per passare da 200 a 300 miliardi di dollari a gennaio 2018. Infine, poco meno di 1.000 giorni sono stati necessari per valicare oggi i 400 miliardi di dollari.
In pratica ogni 1.000 giorni circa lo SPY è riuscito a guadagnare 100 miliardi di capitalizzazione di mercato. Il recupero dal minimo pandemia di marzo 2020 (224 miliardi di dollari) è stato spettacolare con soli 520 giorni per guadagnare 175 miliardi di dollari. Altro utile metro di misura per capire i tempi eccezionali che stiamo vivendo.
A completamento del tema azionario americano il record di flussi netti da inizio anno che sono stati dirottati verso l’equity USA come asset class: a fine agosto i +280 miliardi di dollari sono quasi il doppio dei 160 di raccolta netta degli ETF azionari internazionali e i 115 dell’obbligazionario americano. Curioso notare come il saldo degli ETF commodities è leggermente negativo.
Diversi osservatori indicano questa corsa agli acquisti come un segnale contrarian. Peccato che guardare con lo specchietto retrovisore tarato su un orizzonte temporale così breve oscuri l’andamento temporale più lungo, dove invece la raccolta netta azionaria è ben lontana dall’essere considerata in territorio di bolla speculativa.