Osservando i tanti forum online che parlano di ETF si notano molto spesso utenti che dibattono sulla sicurezza di questi strumenti rispetto a fondi e singole azioni. In pochi però si chiedono quali sono i rischi di tali prodotti, che possono essere insiti nello specifico strumento e relativi al sottostante. Il sito americano specializzato etf.com ha provato a mettere in fila 7 rischi che caratterizzano ogni ETF. Vediamoli nel dettaglio riadattandoli in parte alla realtà italiana.
ETF: il rischio di mercato
Non esistono ETF che garantiscono il capitale. Le oscillazioni di prezzo legate all’andamento del mercato di riferimento, che sia azionario o obbligazionario, non sono evitabili. Ad esempio nella prima parte del 2021 il rischio tasso presente sugli ETF obbligazionari ha causato perdite rilevanti a questi strumenti. All’opposto il rischio mercato azionario ha generato perdite importanti sui prodotti appartenenti a questa asset class durante il drammatico marzo 2020.
ETF: il rischio del tipo di asset
Quando compriamo ETF azionari legati ad esempio ad un certo tipo di asset (ad esempio azioni Europa o tecnologiche) od obbligazionari che investono in bond high yield o emergenti, il rischio specifico legato alla cosiddetta asset type può amplificaresi o comprimersi in base alla asset class generica. Ad esempio da inizio anno l’azionario generalista globale guadagna il 15%, mentre il settore delle energie pulite perde il 20%.
ETF: il rischio esotico
Quando compriamo strumenti che investono in materie prime, valute, strategie particolari, a leva, eccetera, ci esponiamo ad un rischio che devia significativamente da quello di mercato generalista.
ETF: il rischio controparte
Ogni ETF ha delle controparti quando opera sotto un regime di replica sintetica (in questo caso vengono stipulati contratti swap che permettono al fondo di replicare l’indice senza possederne le azioni) oppure quando effettua prestito titoli. In questi casi i gestori possono attivare degli accorgimenti di diversificazione controparte e di garanzie collaterali che possono attenuare un rischio di fallimento.
ETF: il rischio di liquidazione
Ogni anno nella sezione avvisi di Borsa Italiana si trovano comunicazioni di nuove emissioni ma anche di delisting di ETF. Come ogni prodotto di mercato domanda e offerta si rinnovano, ma quando un ETF non raggiunge la massa critica di capitalizzazione risultando poco profittevole, l’emittente può decidere di rimuoverlo dal listino. Se quell’ETF è nel nostro dossier titoli riceveremo la liquidazione della quota in maniera forzata. Se saremo in guadagno rispetto al prezzo di acquisto pagheremo le tasse sul capital gain, se saremo in perdita non avremo grandi possibilità di evitarla.
ETF: il rischio di liquidità
Ci sono momenti particolari di mercato nei quali anche gli ETF diventano strumenti illiquidi. La maggiore capitalizzazione può attutire questo rischio, ma non è sempre garanzia di successo. Pensiamo ad esempio a casi molto particolari su ETF che investono in una specifica area geografica sconvolta da eventi straordinari che portano alla chiusura temporanea del mercato, oppure a shock capaci di creare altissima volatilità e incertezza nella formazione dei prezzi da parte dei market maker.
ETF: il rischio di moda
Si collega al rischio asset type, ma sostanzialmente seguire le mode del momento per cercare di cavalcare il tema del futuro porta gli investitori a rischiare troppo diversificando poco. Questo potrebbe tradursi materialmente ed occasionalmente a perdite monetarie anche consistenti, misurabili solo a posteriori.