La banca centrale turca ha continuato a ridurre i tassi di interesse nei mesi scorsi portandoli al 9%. E la borsa di Istanbul vola in attesa di sapere quali mosse prenderà l'autorità monetaria in questa settimana pre natalizia.
Una mossa in continuità, quella della banca centrale turca, che segue la decisione di ottobre e che mira a rilanciare la crescita all’interno del paese. Crescita che non potrà poggiare su solide fondamenta perché basata sul credito e non su uno stato di bilancio sano. Infatti, un altro grande problema che sta emergendo in Turchia è l’ampliarsi dei cosiddetti deficit gemelli.
Le azioni proteggono dall'inflazione
Nonostante questi tentativi un po' goffi di Erdogan di riportare in asse la Turchia, la borsa locale è letteralmente decollata da agosto a oggi. Il grafico dell’ETF iShares Msci Turkey tiene già conto del rischio di cambio, ma nonostante tutto sembra indicare una finestra di ingresso molto interessante sulla borsa turca. Quanto meno l’inversione di tendenza sembrerebbe formalizzata.
La dimostrazione che il miglior hedge contro l’inflazione è proprio il mercato azionario arriva da un ETF che a fine 2021 quotava 10 euro e che adesso vale oltre il 70% in più, questo già al netto della svalutazione della lira. Pensiamo a quale copertura contro l’inflazione oggi oltre l'80% può aver dato l’investimento azionario agli investitori locali.
La linea di tendenza che da oltre 10 anni teneva compresse le quotazioni dell’indice azionario turco è stata violata, ma soprattutto è interessante notare che i minimi del 2009 dell’ETF di iShares, dopo diverse incertezze, hanno retto all’urto. Le indicazioni positive che avevo fornito proprio su queste pagine a dicembre sembrano essere state confermate ( Turchia: opportunità interessanti con gli ETF dopo calo azioni).
Gli investitori sono usciti dalla borsa turca nel momento sbagliato. Questo è quello che apprendiamo sulla base dei dati dal sito ETF.com. Nel 2022 i deflussi sono stati pari a quasi 100 milioni di dollari, con gli investitori esteri che ora detengono un livello molto basso di azioni turche pari al 29% del totale di quelle quotate a Istanbul.
L’ETF include large e mid cap turche con un peso determinante del settore industriale che rappresenta un terzo del portafoglio. Seguono i finanziari con un quarto del portafoglio. Evidente come soprattutto il primo settore sta godendo di una ritrovata competitività grazie alla svalutazione della lira.
Vale la pena segnalare la forte concentrazione su poche azioni dell’ETF di iShares e comunque in generale dell’indice turco Msci. Le prime 10 società presenti in portafoglio pesano per ben il 90% del totale.
Un ultimo sguardo ai dati fondamentali e alle performance storiche. Il rapporto prezzo utili è ancora a buon mercato posizionandosi a 11 con un rapporto prezzo valore di libro di 2. Per quello che riguarda le performance storiche, se il 2022 sfiora il 100% di performance, a distanza di 5 anni il bilancio per l’azionario turco convertito in euro è ancora negativo di quasi il 10% a differenza di un ETF azionario emergente generico che ha guadagnato il 5% nello stesso arco temporale.
La borsa turca rappresenta, alla luce dell’evoluzione grafica recente, una potenziale occasione di lungo periodo. Tante le incognite. Dalla politica monetaria che potrebbe essere costretta a fare dietrofront per difendere la lira, ad una possibile crisi del bilancio corrente. I segnali di risvegli però ci sono e questo ETF sembra proprio volerli assecondare.