Poco pubblicizzato perché oscurato dall’intelligenza artificiale, ma molto efficace. Questo è quello che si desume analizzando l’andamento delle azioni del settore bancario e finanziario, fresche reduce a Wall Street da un nuovo massimo storico nelle valutazioni.
L’aumento dei tassi di interesse, e soprattutto il persistere del costo del denaro a livelli elevati soprattutto in America, sta favorendo i margini reddituali delle banche non solo d’affari. Il clima positivo sui mercati contribuisce a sostenere le quotazioni, ma anche le più tradizionali banche commerciale hanno realizzato ottime performance. Un dato che emerge non solo in US, ma anche in Europa e nel bistrattato Giappone dove il rialzo dei tassi sta contribuendo a valorizzare gli istituti di credito del Sol Levante a lungo dimenticati.
ETF: investire nei big del comparto finanziario
Due ETF che investono nel settore financial certificano questo buon momento sulle due sponde dell’Atlantico.
SPDR S&P Us Financial Select Sector nell’ultimo anno ha raccolto una performance del 40%, iShares Msci Europe Financial Sector del 35%.
Quest’ultimo ETF è composto da oltre 80 società sparse tra Regno Unito (24%), Svizzera (15%), Germania (14%) e resto d’Europa. HSBC, Allianz e Ubs le azioni con maggiore peso in una top ten dove troviamo anche il London Stock Exchange e l’italiana Unicredit.
Il paniere di azioni finanziarie europee mostra valutazioni ancora contenute con un rapporto tra prezzo e valore di libro di 1,3 e un rapporto prezzo utile di 10 che conferma la natura value di queste società.
Passando alla componente finanziaria americana, valutazioni un po' più alte (17 il P/E e 2,3 il P/BV) con la società che fa capo a Warren Buffett, Berkshire Hatahway come azione più “pesante” con il suo 12%. Seguono JP Morgan con il 10% e le due aziende leader nel settore delle carte di credito Visa e Mastercard rispettivamente al 8% e al 6%. In questo caso il settore finanziario puro copre il 32% dell’indice, seguito dai bancari con il 24% e dalle banche d’affari al 23%.
Il grafico dell’ETF di SPDR ci mostra l’accelerazione del settore da inizio 2024 a oggi quando, dopo un tentennamento iniziale di fronte ai massimi del 2007, il settore ha letteralmente spiccato il volo confermando la sua leadership all’interno dell’indice S&P500 dopo big tech.
Considerando le valutazioni ancora contenute rimane un settore da tenere in considerazione e soprattutto emerge il contrasto con le valutazioni decisamente più surriscaldate del settore tecnologico.
La old economy finanziaria non sembra quindi disposta ad essere emarginata dal listino come è successo ad altri settori come accaduto su petroliferi e utilities.