Il mese di giugno sta per andare in archivio praticamente flat per i mercati azionari globali a causa soprattutto della debolezza del dollaro che ha remato contro il recupero dei principali indici. Stessa sorte per il mercato obbligazionario che ha visto vanificare una leggera limatura nei rendimenti di mercato che avevano risollevato i corsi dei bond.
Ma come sempre accade nei bilanci mensili ci sono state delle sorprese e delle delusioni che in hanno riacceso l’interesse su alcuni specifici asset di mercato e spento la luce su altri.
Giugno: gli ETF che hanno fatto meglio
Cominciamo dai mercati azionari dove la sorpresa del mese è stata quella dell’uranio e gli ETF collegati all’energia nucleare. I motivi li ho spiegati in questo articolo (Gli ETF dimenticati che scommettono sull'uranio), ma un ETF come Global X Uranium ha spuntato un eccellente incremento mensile del 30% che porta il bilancio a 3 anni sopra al 90%.
Ma la rotazione tematica all’interno delle energie green è stata un fattore importante e al secondo posto, seppur con una performance dimezzata, troviamo ETF come quello dell’immancabile Global X che investono sul tema idrogeno. Qui però il bilancio degli ultimi 3 anni rimane pesante con un deficit di oltre il 60%.
A pochissima distanza, ma sempre in doppia cifra percentuale di guadagno, troviamo la Borsa coreana con l’ETF di Amundi che ritorna così sopra la linea di galleggiamento degli ultimi 3 anni.
Mese da protagonista anche per l’ETF di Cathie Wood Ark Innovations che si mette davanti ad un altro protagonista settoriale trascinato dalla materia prima sottostante come Global X Silver Miners (Come se la passa l'ETF di Cathie Wood?).
Tra gli ETF azionari che hanno perso in doppia cifra vanno citati Xtrackers Msci Thailand in calo del 11% e il settore auto europeo con iShares Stoxx Europe 600 Automobiles in calo del 10%; a pochissima distanza un altro settore delle energie rinnovabili che invece non trova il bandolo della matassa come Global X Solar.
Rimanendo sempre sul tema azionario geografico da segnalare anche i cali mensili superiori al 5% per gli ETF che investono in Arabia Saudita e Indonesia.
Passando al mercato obbligazionario percentuali veramente marginali di guadagno dove emerge con un +3% iShares Gbp Index Linked Gilts seguito da Xtrackers Eurozone Government Bond 25+ a conferma del recupero delle duration più lunghe. Segno meno invece per tutti gli ETF dedicati all’investimento in bond indiani che a causa della svalutazione della rupia arrivata a nuovi minimi storici hanno accusato un saldo negativo di oltre il 4%.
Chiudiamo con il settore delle commodity che via ETC hanno fornito grandi soddisfazioni a chi ha puntato sul platino, in rialzo del 20%, seguito da ETF che replicano il petrolio WTI, con un +15% (in ritracciamento dopo l'annuncio della tregua tra Israele ed Iran). Male invece l’ETC che replica l’andamento del caffè in calo di oltre il 15%.
Al giro di boa del 2025 i protagonisti si confermano per ora gli ETF che investono nelle azioni aurifere in rialzo del 50% trascinati dall’eccellente annata del gold. A poca distanza (+40%) troviamo i bancari europei in un contesto azionario globale ancora leggermente negativo. Tra le delusioni di questo anno la Borsa turca (-20%), seguita dagli ETF che investono nella produzione di batterie e dal listino arabo.