Un anno fa sbarcava in Europa l’ETF gestito da Cathie Wood, Ark Innovations. Nelle scorse settimane la fondatrice non si è risparmiata in ottimismo sfrenato ricalcando a parole le orme di Donald Trump. La recessione è al capolinea (ammesso che sia mai arrivata), ha detto la Wood, e il mercato azionario è pronto al boom guidato dal settore tecnologico.
Più recentemente, Wood non ha risparmiato critiche al Presidente americano indicando nel suo inevitabile dietrofront sui dazi la chiave che ridarà al mercato crescita e performance positive. Intelligenza artificiale, robotica, blockchain, genomica e stoccaggio di energia i settori su cui puntare e che ovviamente fanno la parte del leone nell’ETF Ark Innovations.
E non ha risparmiato critiche nemmeno allo stile di investimento passivo soprattutto sugli indici generalisti; la Wood “sollecita” gli investitori ad abbracciare l’innovazione per far crescere i propri capitali ad un ritmo molto più rapido.
Ma come si è comportato questo ETF a gestione attiva nel confronto con un classico azionario globale nel primo anno di vita?
ETF Ark Innovations: ok la performance, ma attenzione alla volatilità
Se osserviamo solo le performance il risultato è fortemente positivo con quasi 38 punti percentuali di over performance rispetto al classico All Country World Index nell'ultimo anno, a conferma del beta dello strumento decisamente spinto. Il costo elevato del prodotto (0,75% annuo) è stato ripagato insomma. Ma attenzione ad osservare con attenzione tutte le informazioni, non solo quelle di performance.
Introducendo infatti una variabile di misurazione del rischio come la volatilità annua, scopriamo che se la volatilità dell’azionario vi sembra alta (16%), quella di Ark Innovations lo è molto di più, con uno stratosferico 45%.
Viene quindi da chiedersi cosa potrebbe succedere a questo ETF se si entrasse in un vero bear market, evento che dal 2022 ancora non abbiamo visto. Ma Cathie Wood obietterebbe che non c’è rischio senza rendimento e per ora ha avuto ragione.
Ma andiamo a vedere quella che è la composizione dell’ETF che non può ovviamente seguire le classiche logiche settoriali.
ETF Ark Innovations: la composizione
Con il 20% di peso troviamo società operative nei devices intelligenti a cui segue il mondo cloud con il 13%, la mobilità autonoma con l’11% e le reti neurali con il 10%. Altri segmenti sono ovviamente presenti, dalle crypto alle terapie di precisione passando per i robot umanoidi.
ETF praticamente tutto investito sull’America e che vede in Tesla il primo titolo in portafoglio per peso con il 10%, seguito da Coinbase, Roblox, Robinhood, Roku e Palantir. Da segnalare anche un attivismo sul fronte sostenibilità vista la presenza di filtri ESG definiti dal gestore secondo metriche proprietarie.
Sarà molto interessante nei prossimi mesi e anni confrontare ETF attivi con ETF passivi. Indubbiamente Ark Innovations è uno dei candidati più autorevoli per questa sfida. ETF con tante aspettative, tanta innovazione, ma anche tantissima volatilità e quindi ovviamente non adatto ai deboli di cuore e portafoglio.